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Persona e famiglia > Famiglia

La non-misura dell’amore

- Fonte: Città Nuova

Maria Orsola, un’adolescente impegnata in parrocchia. Dai vescovi ai giovani la sua vita ha lasciato un segno indelebile

Maria Orsola Bussone

Tradotto anche in arabo e in cinese, il libro di Silvano Cola, Maria Orsola. Evangelizzare con la vita edito da Città Nuova ne ha fatto di strada da quando è stato pubblicato per la prima volta nel 1992. Era arrivato anche lungo la linea della cortina di ferro: «Sotto il regime comunista ho letto la storia di Orsola. Quanto bene ha fatto questa ragazza alla nostra gioventù», aveva detto il cardinale Miloslav Vlk in visita a Vallo Torinese, paese della sedicenne Mariolina (come tutti la chiamavano), studente alle superiori, amante dello sport e della vita in parrocchia, per la quale si è aperto il processo di beatificazione nel 1997.
 
Ma chi era questa ragazza appassionata di ecologia, capace di valicare le Alpi con la propria storia “normale” negli anni delle rivolte studentesche sessantottine e del Concilio Vaticano II?
Il libro di Cola ce lo rivela in tutta la sua semplicità e bellezza. Maria Orsola Bussone è nata nel 1954. Il papà, Umberto, è meccanico presso un’officina, la mamma Luisa è casalinga. Hanno due figli: Maria Orsola è la maggiore, il più piccolo è Giorgio, molto legato a sua sorella. Mariolina è un’adolescente come tante altre: prende lezioni di canto e suona la chitarra, pratica diversi sport, ha i primi sussulti del cuore ed è impegnata in parrocchia.
 
Ed è in parrocchia che conosce i Focolari. Sono gli anni della contestazione sessantottina e della repressione comunista in Cecoslovacchia. Sono avvenimenti che colpiscono profondamente Orsola. Nulla però al confronto del segno impresso in lei dalla conoscenza dei Gen, i giovani del Movimento dei Focolari. Giovani come tutti, ma con in cuore un grande progetto: cambiare la storia con il Vangelo in mano.
Un progetto perseguito attraverso una spiritualità comunitaria.

Da quel momento Maria Orsola imprime un’accelerazione al suo rapporto con Dio. Le pagine del suo diario – riportate nel libro di Silvano Cola –, sono impregnate di questa nuova vitalità e rivelano una ragazza molto più matura dei suoi 16 anni. Ma l’ultimo salto di quella corsa è dietro l’angolo. Muore a causa di un incidente banale (un phon malfunzionante) durante una sera d’estate, mentre si trova con altri ragazzi ad uno dei campeggi organizzati dalla parrocchia.
 
«Sarei disposta a dare la vita, perché i giovani capiscano quanto è bello amare Dio!» disse una volta al parroco. «E Dio a sedici anni – disse Giovanni Paolo II nel 1998 riferendosi a Maria Orsola – la prese in parola. Ecco, in questa vostra compagna vi è più che una difesa: vi è la scelta di lasciarsi innamorare in termini assoluti». Assolutamente di corsa come si legge la sua storia, assolutamente in modo semplice e contagioso, così com’è stato il suo Amore per Dio.
 
 

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