La Nigeria cerca alleati contro Boko Haram

Attentato di Boko Haram in un mercato di Maiduguri in Nigeria

In Nigeria abbiamo un nuovo governo. Il presidente Muhammadu Buhari e i suoi più stretti collaboratori hanno giurato il 29 maggio, il giorno della festa nazionale dedicato alla democrazia, che saranno fedeli alla costituzione, che avranno a cuore il bene di tutti i cittadini e di tutto il Paese, ecc. È stato un momento molto solenne, preceduto dalla preghiera di un cristiano e poi di un musulmano. Una preghiera che ricordava al nuovo capo di Stato le necessità della Nigeria. Qui si prega spesso, fa parte della vita pubblica e privata. Per esempio si prega anche in una festa di compleanno, prima di tagliare insieme la torta.

Buhari però non si è esposto ancora tanto e, su di lui, pesano i dubbi dell’opposizione. In particolare ci si chiede se il nuovo presidente riuscirà a mantenere le sue promesse: la lotta contro Boko Haram, la liberazione delle ragazze rapite, il contrasto severo contro la corruzione, un miglioramento deciso nella produzione di energia elettrica, ecc.

Nelle priorità del presidente, comunque, c'è la concordia nazionale, come si è visto anche nel corso della festa dell'insediamento del governo, con la rappresentazione di un gruppo di giovani attori: con alcune scatole hanno creato un scenario di distruzione e disordine,  loro stessi erano morti, poveri, disperati. Arriva un sacerdote e predica, tocca i feriti, cerca di aiutare, ma non cambia niente. Arriva un Iman, musulmano, anche lui predica, prega, e non cambia. Lo stesso succede con un personaggio che rappresenta la religione tradizionale, animista. Poi i tre uomini si mettono insieme, si danno una mano come segno di accordo e insieme vanno ad aiutare la gente: di colpo la scena cambia, tutti risorgono e ordinano le scatole in modo che si evidenziano le scritte sui loro lati: freedom, solidarity… La sala applaude, si spera, che il messaggio sia arrivato.

Boko Haram, intanto, continua attaccare Maiduguri (nella foto, un mercato devastato dalle bombe). Per porre fine alle violenze, Buhari ha inviato sul posto i vertici militari, per capire meglio le strategie da adottare. Il presidente si è anche recato nei paesi confinanti, Niger e Chad, per accordarsi con i rispettivi capi di Sato su come sradicare questo fenomeno.

La violenza in Nigeria è molto diffusa e non sarà facile eliminarla dalla vita delle persone. Nelle scuole, ad esempio, come metodo "correttivo" si usa ancora il bastone per gli studenti che non obbediscono. Fa parte dell’educazione, come se quel bastone non fosse sostituibile, e col passare degli anni sarà sostituito dal manganello dei poliziotti, dei banditi o dei soldati.

Ma il problema più grande, in Nigeria, in questo momento è la mancanza di carburante. Ora costa 250 naira sul mercato nero, mentre in genere costa 140 naira. Ci sono file dai benzinai di più di 3 ore, e quando arriva il proprio turno si rischia che il carburante sia già finito. La benzina serve qui non solo per le macchine, ma anche per i generatori, che producono elettricità nelle case private e nelle aziende. L’elettricità pubblica arriva, a secondo dello Stato (in Nigeria ci sono 33 Stati con governi abbastanza indipendenti) in momenti diversi: alle volte ogni mezz’ora per una mezz’ora, oppure solo di notte, oppure non si sa quando. Perciò le persone sono sempre all’erta, anche perché la mancanza di energia comprota difficoltà di produzione per le aziende, frigoriferi fermi, cellulari spenti. Per poter lavorare e avere una certa indipendenza, si usano i generatori, che inquinano l’ambiente, sia col rumore che con i gas di scarico, ma è difficile farne a meno.

Tanti dicono che la penuria di carburante deriva dalla corruzione che invade i vari apparati dello Stati, altri invece affermano che dipende dalla rapida crescita della popolazione. Certo, in un Paese ricco di idrocarburi, è un vero paradosso.

Fortunatamente non manca l'ingegno e si creano sempre nuove attività per sopravvivere. Un esempio è stato dato dai giovani che sono andati al congresso dell’Economia di Comunione a Nairobi, dove insieme a coetanei e ad imprenditori di tutto il mondo hanno creato nuovi progetti aziendali e sono tornati con grandi speranze e tanta desiderio di realizzare i loro sogni.

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