La nazionale italiana di basket con sindrome di Down è ancora campionessa del Mondo!

Primo posto anche ai mondiali in Portogallo: negli ultimi cinque anni gli sportivi azzurri con sindrome di down hanno vinto tutte le competizioni internazionali di pallacanestro, inclusi due Europei.
La Nazionale Italiana di Basket con Sindrome di Down vince il terzo campionato del mondo, foto dalla pagina Facebook della nazionale

La Nazionale italiana di pallacanestro composta da atleti con sindrome di Down si è laureata per la terza volta campione del mondo. Stavolta, gli azzurri si sono imposti sull’Ungheria nella finalissima dei Mondiali svoltisi a Funchal, in Portogallo, con il punteggio di 36-12.

Dunque dopo le vittorie del 2018 e 2019, i ragazzi guidati da coach Giuliano Bufacchi e dagli assistenti Mauro Dessì e Francesca D’Erasmo, compiono un’altra impresa sportiva, con un ruolino di marcia da paura. Finora hanno infatti vinto ogni titolo Mondiale (ed Europeo) messo in palio. Three-peat, avrebbero detto all’altra parte dell’oceano per celebrare questo trittico da tetto del mondo della compagine azzurra. La terza medaglia d’oro consecutiva arriva al termine di un percorso roboante, che l’ha vista vincere tutte le partite dal primo turno fino alla finalissima.

Gli azzurri si erano già imposti nel girone eliminatorio sull’Ungheria (31-14), poi ritrovata in finale e per questo, secondo Bufacchi, gli avversari sono scesi in campo più preparati: “Grazie a quella sfida, gli ungheresi si sono presentati con delle contromisure e all’inizio ci hanno sorpreso. Abbiamo però letto bene la partita, fornendo indicazioni ai nostri ragazzi su come attaccare gli avversari. I giocatori hanno recepito alla grande” ha dichiarato. Dopo il parziale, per la cronaca, la vittoria è apparsa in discesa, con un perentorio 36-12 finale. Dopo un primo tempo in equilibrio è infatti salito in cattedra il miglior realizzatore dell’Italia e del torneo, Davide Paulis, in grado di segnare da ogni parte del campo: “Sembrava inarrestabile e con i suoi 20 punti ci ha trascinato nel terzo quarto” ha raccontato Dessì, visibilmente emozionato.

Davide è uno dei ragazzi che Dessì allena personalmente anche nel club sardo dell’Aipd Oristano, dove peraltro milita anche Lorenzo Puliga, encomiabile nel sostenere il quartetto dei titolari e a orchestrare l’azione offensiva. Già nella semifinale contro i padroni di casa del Portogallo era stato protagonista assoluto, colpendo il canestro a ripetizione e totalizzando 10 punti in una partita al cardiopalmo, conclusa con un 20-14 finale per l’Italia. Ma sul tetto del mondo arriva anche la prima e unica giocatrice donna, Chiara Vingione, in forza con Fabio Tomao al Basket4ever di Formia. Infine, gli altri quattro atleti azzurri giocano nell’Anthropos ASD di Civitanova Marche: parliamo di capitan Alex Cesca, Alessandro Greco, Francesco Leocata e Andrea Rebichini.

Una vittoria del gruppo, emblematica di come, oltra ai talenti individuali, spesso decisivi nelle singole azioni, nel basket solo una squadra affiatata può trionfare. E se i ragazzi di Bufacchil sull’isola di Madeira, hanno trionfato in Coppa del mondo per la terza volta di fila, lo si deve non certo solo alle pur brillanti prove di Paulis, ma soprattutto ad un gioco di squadra fatto di evidente armonia, generosità, altruismo e creatività.

Mentre la squadra torna in Italia, forse lo sguardo si spinge già all’orizzonte, dato che l’anno prossimo l’Europeo sarà in casa, mentre nel 2024 toccherà al più atteso evento promosso dalla Fisdir (la federazione degli sport paralimpici intellettivo-relazionali): i Trisome Games, massima manifestazione sportiva dedicata unicamente ad atleti con Sindrome di Down. Si tratta di una manifestazioni di ben 7 discipline tra cui atletica leggera, calcio a 5, judo, nuoto, tennis e tennistavolo e ovviamente basket. “Il nostro sogno è giocare con la squadra degli Stati Uniti, che stanno lavorando per affiliarsi e poter partecipare ad Antalya nel 2024” ha accennato Dessì. Il Dream Team Usa è avvertito: mancano due anni e stiamo ancora festeggiando… ma perché porre limiti a questi fantastici ragazzi?

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