La Mostra di Venezia parla italiano

Dal 2 al 12 settembre si svolgerà la Mostra di Venezia, in un'edizione coraggiosa - visto il rinvio del Festival di Cannes e la pandemia da Coronavirus - con meno passerelle e meno fotografi e più film europei e italiani.

Dunque, ci siamo. Il direttore Alberto Barbera ha fissato le date della rassegna al Lido dal 2 al 12 settembre. Spostata Cannes, resta dunque la Mostra di Venezia a far la parte della coraggiosa, coronavirus permettendo, precauzioni prese, fra cui la riduzione di giornalisti accreditati e di film. Comunque il cinema accoglie opere di ben 50 Paesi, anche se l’Europa fa la parte del leone.

Mancano i blockbuster americani e onestamente non è una gran perdita per l’arte cinematografica, come dovrebbe essere la mostra, che ha spesso dovuto barcamenarsi  tra film d’autore e film di sicuro successo. Meno glamour perché meno star, anche se ci sarà Cate Blanchett presidente di giuria, mentre l’attrice Anna Foglietta presenterà le cerimonie di apertura e chiusura.

L’Italia in qualche modo si riprende Venezia. Dei 18 film in concorso – in quest’edizione ci sono otto donne registe –, quattro sono italiani: Emma Dante che ritorna in laguna con Le sorelle Macaluso, Susanna Nicchiarelli con Miss Marx (la figlia minore del filosofo Karl Max), Claudio Noce con Padrenostro (storia anni Settanta di un bambino che vede uccidere il padre, interpretato da Pierfrancesco Favino), Notturno di Gianfranco Rosi (le guerre in Medioriente e la devastazione interiore delle persone).

Si apre con Daniele Luchetti e il suo Lacci, si chiude con Lasciami andare di Stefano Mordini con Valeria Golino e Stefano Accorsi. Nomi arcinoti italiani che si rincorrono, forse troppo, a dire il vero. Luca Guadagnino poi presenta il documentario Shoemakers of dream sul ciabattino Ferragamo che fa fortuna ad Hollywood.

Ritornano i maestri come Andrei Konchalovsky con il mélo Dear Comrades (storia nella Russia di Breznev) e la sino-americana Chloé Zhao con Nomadland, viaggio tra i nuovi nomadi negli Usa.

Fra le novità, l’esordio da regista di Pietro Castellitto, figlio d’arte, con il sarcastico e cattivo, così dicono, I Predatori con Massimo Popolizio in gara nella sezione Orizzonti, quello di Jasmine Trinca con il breve Being my mom interpretato dall’onnipresente Alba Rohrwacher, e altri lavori: da Molecole, film di Andrea Segre in pre-apertura sulla Venezia del lockdown, il documentario La Verità su La dolce vita di Giuseppe Pedersoli, e la produzione italiana di Sporting Life di Abel Ferrara. Non si presenta invece Nanni Moretti con il suo Tre Piani lasciando la bocca amara alla mostra.

Tanti film europei soprattutto – una settantina nelle diverse sezioni –. Meno  fotografi, meno passerelle, meno posti per il pubblico, meno giornalisti. Molto Venezia e Italia. Come andrà? Vedremo e vedremo anche come sta il nostro cinema, per davvero.

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