La Lombardia soffocata dalle cosche

Infiltrazioni mafiose e 'ndranghetiste sempre più capillari nel territorio minacciano la gestione di importanti opere pubbliche. Ma la Commissione consiliare antimafia di Milano è un dato positivo, un progetto esemplare per tutta l'Europa
Palazzo della procura di Milano
Milano, Cormano, Bollate, Bresso, Corsico, Legnano, Limbiate, Solaro, Pioltello, Rho, Pavia, Canzo, Mariano Comense, Erba, Desio e Seregno, tutti comuni della Lombardia dove, secondo carabinieri e polizia, operano importanti centrali 'ndranghetiste. E c’è di più secondo gli inquirenti: la presenza delle cosche calabresi è tutt’altro che un fatto recente, ma si è già alla terza generazione. Una generazione «perfettamente mimetizzata e integrata». Sempre secondo il Ros sono almeno mezzo migliaio gli affiliati che compongono i clan territoriali che stanno colonizzando la Lombardia. Poi vanno aggiunti fiancheggiatori esterni, tra questi politici «avvicinati» e imprenditori «amici». Ogni gruppo locale può essere composto da più famiglie mafiose che controllano lo stesso pezzo di territorio. Ad oggi i Ros hanno individuato una ventina di locali, ciascuna delle quali funziona come fosse una "provincia" che sovrintende agli affari sporchi di tutta l’area circostante.

«Ogni grande opera pubblica, come ad esempio l'Expo, ogni cantiere pubblico ha subìto o corre il rischio di subire tentativi di infiltrazioni da parte della criminalità organizzata», ha detto l'eurodeputata del Pd Rita Borsellino, membro della Commissione antimafia del Parlamento europeo. «Anche se non dobbiamo generalizzare – ha affermato – lo scenario che ci è stato rappresentato è molto inquietante, la crisi economica è terreno fertile per la criminalità organizzata e il Nord non fa eccezione. La presenza della mafia e della 'ndrangheta a Milano non è una novità, la novità di oggi è l'emergere di infiltrazioni di queste dimensioni nel mondo economico e politico».

Oltre a Expo in Lombardia sono tanti i cantieri aperti, dalla Bre.be.mi alla Tav, dalla Pedemontana alla linea 5 della Metropolitana milanese. La commissione ha ascoltato i vertici delle procure, tra cui il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati, oltre ai vertici delle forze dell'ordine. «Da parte loro sono venuti fuori punti importanti come la carenza di normative per la lotta alla criminalità e i tempi di prescrizione», ha detto la Borsellino. Sono stati sentiti anche rappresentanti del mondo imprenditoriale e bancario. «Con l'Abi, in particolare – ha specificato Rita Borsellino –, si è parlato di un altro drammatico problema, quello dell'usura». Per l’eurodeputata un dato positivo per Milano è la creazione della Commissione consiliare antimafia, un progetto che dovrebbe essere ripreso dalle grandi città, anche a livello europeo.

Per l'eurodeputato Pdl-Ppe Carlo Fidanza, il quadro emerso dalla riunione con i massimi vertici delle autorità giudiziarie e investigative del territorio lombardo è «certamente di massima allerta», e la collaborazione messa in pratica con Regione Lombardia sugli altri cantieri è sempre stata proficua. Per Fidanza però è «inaccettabile che, per speculazioni politiche di basso profilo, si dipinga la Lombardia come una terra ostaggio delle mafie, cosa che fortunatamente non è grazie al lavoro quotidiano di tanti bravi servitori dello Stato».

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