La lezione di Nibali: il Giro più bello

Nell'ultima tappa del 99° Giro ciclistico d'Italia festa per “Micenzu”. Le tappe e i colpi di scena della corsa, il trionfo di Sant’Anna di Vinadio, l'arrivo a Torino, tra gli applausi della gente. Il coraggio di un campione. L'Italia forse si riavvicina alla passione per la bici, doping permettendo, finalmente.
Nibali

“Il mio unico pensiero durante una gara è non aver paura di fare mosse decisive. Se si pensa troppo, se si inizia a giocare con il tempo, allora è finita. Bisogna non aver paura e seguire il proprio istinto. Ecco come ho costruito tutte le mie vittorie più belle”.

Parlò così proprio alla fine del 2013 Vincenzo Nibali, ciclista dell’Astana, guardando alla vittoria del Giro d’Italia rimediata in quel 2013, ma certamente pensando anche alla vittoria della Vuelta di Spagna nel 2010 e ai podi rimediati sia al Giro d’Italia che al Tour de France: risultati lusinghieri che lo avevano già consegnato alla storia del ciclismo italiano, certo, ma le cui pagine più belle sarebbero state scritte in virtù di quelle parole che erano tutto un programma, nei 3 anni e mezzo successivi.

 

L’anno dopo, Vincenzo da Messina avrebbe vinto il titolo italiano ed il Tour de France 2014, nel 2015 il Giro di Lombardia ed il secondo titolo italiano. Ma è di ieri, 29 Maggio 2016, il suo trionfo più bello e sofferto, da recapitare non solo agli archivi storici ma anche ai manuali motivazionali per chiunque si metta alla prova nello sport: il secondo Giro d’Italia. Nell’ultimo traguardo di ieri del 99° Giro d’Italia, “Micenzu” Nibali sfila da re in maglia rosa e si gode un trionfo palpitante in quella che è solo di fatto una passerella, perché la storia di questo Giro si era già compiuta di fatto con il decisivo crocevia della penultima tappa, con arrivo a Sant’Anna di Vinadio: lì Vincenzo aveva chiuso al sesto posto ma riuscendo a dare un distacco di 1'36" al colombiano Chaves, prendendo così la maglia rosa del leader.

 

Le tappe indimenticabili

 

Partito da favorito alla vigilia del Giro, dopo le prime giornate di pianura nel primo arrivo in salita a Roccaraso aveva tentato un attacco, venendo subito ripreso e per di più staccato. Durante la 13° tappa, quella da Palmanova a Cividale del Friuli, era giunto terzo, portandosi al 3° posto della classifica e nella tappa successiva era riuscito a staccare molti rivali in classifica, tranne Steven Kruijswijk, nuova maglia rosa, e Esteban Chaves, vincitore di giornata, dei quali non era riuscito a tenere il passo, limitando i danni e arrivando al traguardo con 37 secondi di ritardo, comunque al secondo posto nella generale.

 

Nella tappa seguente, la cronoscalata da Castelrotto all’Alpe di Siusi, arrivava con un ritardo di 2' e 10", in 25° posizione, soprattutto per la rottura al cambio, scivolando al terzo posto della generale. Nella tappa successiva per Andalo, cedeva il passo ai compagni di fuga, giungendo al traguardo 11° con ritardo di 1' e 47" dal vincitore Alejandro Valverde, scivolando fuori dal podio a 4' e 43". Nella tappa seguente, da Pinerolo a Risoul, dopo il colpo di scena della rovinosa caduta della maglia rosa Steven Kruijswijk, e grazie all’encomiabile lavoro del compagno di squadra Michele Scarponi, vince la tappa in solitaria e rientra in corsa per la vittoria definitiva, riducendo il ritardo a 44" da Esteban Chaves, giunto terzo al traguardo. Una vittoria cruciale, dedicato al giovanissimo ciclista, suo grande fan, Rosario Costa, militante nell’A.S.D. Nibali di Messina scomparso in un incidente stradale appena due settimane prima.

 

La vittoria più grande

 

Poi il trionfo di Sant’Anna di Vinadio, per il minuto ciclista classe 1984 che non si era mai arreso, quindi la festa di Torino, ieri: “È stata un'emozione bellissima per tutto il percorso e poi entrare sul circuito e vedere quella folla così numerosa è stato davvero indescrivibile. Ho dato uno sguardo per cercare di guardare tutti perché non volevo perdere l'attimo. Sono grandi emozioni che condivido con la mia famiglia che è partita ieri sera per venirmi a trovare” commenta “lo squalo” siciliano. Si era attardato, ha lottato, si è rialzato… ha vinto.

Più di qualcuno esponeva il volto di Marco Pantani… perché il pirata in salita mangiava l’asfalto rabbiosamente, staccando tutti. E forse, dopo tanti anni, l’Italia è tornata a rivederne le gesta, riavvicinandosi alla passione per la bici, doping permettendo, finalmente.

 

La favola di Chaves

 

Non è tutto: il Giro più bello ha presentato al mondo la nuova stella di Esteban Chaves. Nel corso del Trofeo Laigueglia del febbraio 2013, era stato vittima di una grave caduta gravi che gli aveva procurato molteplici fratture, nonché una compressione polmonare ed abrasioni: per nove medici, non avrebbe più dovuto pedalare tra i professionisti…

Invece la sua famiglia, venuta per la prima volta in Europa per abbracciarlo, ha quasi assistito ad un miracolo sportivo: Esteban chiude il giro al secondo posto, a soli 52 secondi dal campione Nibali, che viene abbracciato comunque come fosse il figlio al traguardo… e questo è il volto più bello dello sport.

Grandissimi, Esteban e Vincenzo: grazie per la vostra strepitosa lezione.

 

I primi cinque nella classifica generale

 

GENERALE — 1. Vincenzo Nibali (Astana) in 86.32'49"; 2. Esteban Chaves (Col, Orica) a 52"; 3. Alejandro Valverde (Spa, Movistar) a 1'17"; 4. Kruijswijk (Ola) a 1'50"; 5. Majka (Pol) a 4'37".

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