La Jolly Nero in rotta verso il mar Rosso

Dopo l'incidente di Genova (nella foto), costato la vita a nove persone, la nave della Compagnia Ignazio Messina & C. torna a navigare. Nel frattempo va avanti anche l'inchiesta avviata dalla magistratura, che ha emesso i primi avvisi di garanzia
Genova

Autorizzata dagli ispettori del Rina, che hanno rilasciato alla Compagnia Ignazio Messina & C. la certificazione di navigazione e della Capitaneria di porto, la Jolly Nero, la nave portacontainer che il 7 maggio scorso provoco l’incidente nel porto di Genova in cui morirono nove persone, è tornata a navigare.

La Procura della Repubblica del capoluogo ligure intanto sta ultimando le indagini sull’incidente e ha già formulato le prime ipotesi di accusa riguardanti il personale di bordo della Jolly Nero al momento dello schianto contro la Torre dei piloti al molo Giano. Secondo l’accusa, Paoloni e Anfossi, rispettivamente comandante e pilota della nave, sarebbero indagati per omicidio colposo plurimo, attentato alla sicurezza dei trasporti e crollo di costruzioni (Torre piloti e palazzina) in quanto non avrebbero fatto «alcuna segnalazione di emergenza», così come Repetto, primo ufficiale del cargo.

Per il comandante e il pilota si parla di «negligenza, imperizia, imprudenza per avere impostato una manovra con una nave dotata di una sola elica e quindi con scarse capacità di manovra a marcia indietro e dotata di un solo propulsore di vecchia concezione (per passare dalla marcia indietro alla marcia avanti è necessario fermare il propulsore e poi riavviarlo) e malgrado fosse del tutto prevedibile la possibilità di un’avaria al motore che già si era verificata più volte e anche pochi mesi prima».

Per l’accusa sia il comandante che il pilota non avrebbero richiesto «al concessionario il servizio di rimorchio mediante consegna della nave (nel qual caso i rimorchiatori avrebbero provveduto a garantire l’evoluzione mediante la propria propulsione e sarebbero stati in grado di arrestare in ogni momento l’evoluzione)».

Per la Procura, i rimorchiatori, sarebbero stati richiesti per l’assistenza «al solo scopo di effettuare la rotazione della nave». Nelle carte si parla anche del contagiri rotto e si fa riferimento alla velocità «di oltre 3,4 nodi, del tutto inadeguata alle capacità evolutive della nave». Repetto, per l’accusa,  non avrebbe avvertito comandante e pilota «del mancato avviamento della macchina in fase di manovra». Sempre nell’ambito delle indagini hanno ricevuto avvisi a comparire anche il terzo ufficiale Vaccaro, indagato solo per falso, e i rappresentanti della Compagnia Messina per responsabilità amministrativa.

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