La guerra dei bambini

I piccoli vittime della barbarie bellica. I piccoli bielorussi come i piccoli siriani. Leggete la Aleksievic: parla di Aleppo parlando di Minsk
Bambini in guerra © Michele Zanzucchi 2015

«Poi rammento un centro di raccolta dei bambini circondato dal filo spinato. A sorvegliarci erano dei soldati e dei cani lupo. Con noi c’erano persino dei bambini che non avevano ancora imparato a camminare e gattonavano. Quando avevano fame leccavano il pavimento… Mangiavano la sporcizia…» (116).

 

«Al distaccamento mi hanno portato in braccio. Ero tutto rotto, dalla punta dei piedi alla cima dei capelli. Il dolore era così forte che ho pensato: chissà se riuscirò a diventare grande…» (126).

 

«Perché le hanno sparato in viso? La mia mamma era così bella» (134).

«Nel punto in cui è sepolto il nonno è cresciuto un melo. Al posto della croce» (158).

 

«La mamma aveva tutto il petto crivellato dai colpi della mitragliatrice. Una striscia che attraversava la camicetta… E un forellino nero sulla tempia… Non vedevo l’ora che le avvolgessero la testa in un fazzoletto bianco per non vedere più quel foro nero. Avevo come la sensazione che le facesse ancora male» (215).

 

«Come siamo sopravvissuti? Non me lo ricordo… Ma siamo sopravvissuti mio fratello, io e i quattro gattini» (224).

 

«Sono trascorsi molti anni… E adesso vorrei chiedere: ma Dio ha visto tutto questo? E cosa ha pensato?» (246).

 

«Non mi sono sposata. Non ho conosciuto l’amore. Avevo paura: e se per caso avessi messo al mondo un maschio?» (278).

 

Svetlana Aleksievic, premio Nobel per la letteratura, ha pubblicato nel 2013 Gli ultimi testimoni, un romanzo-non-romanzo ora tradotto in italiano, una serie si testimonianze di uomini e donne sopravvissuti all’invasione nazista in Bielorussia. Avevano tutti tra i 3 e i 14 anni all’epoca dello scoppio della guerra. Ricordano.

 

E i loro ricordi sono senza storia e senza geografia, senza tempo e senza spazio, raccontano di Minsk ma potrebbero raccontare di Aleppo, o di Kigali, o ancora di Sarajevo. I ricordi dei bambini ci svelano l’innocenza violata, l’abominio allo stato puro, la domanda fondamentale: «Ma Dio ha visto tutto questo?». I ricordi dei bambini parlano di mamme, di meli, di gatti, di camicette profanati dal mostro della guerra.

 

Il libro della Aleksievic è una preghiera per i bambini di Aleppo.

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