La Grecia voterà di nuovo il 25 giugno

Le elezioni del 21 maggio scorso hanno profondamente cambiato la scena politica in Grecia. Dopo le rinunce ai mandati esplorativi, il Paese ritornerà alle urne il 25 giugno.
(AP Photo/Thanassis Stavrakis)

Le elezioni del 21 maggio scorso hanno profondamente cambiato la scena politica in Grecia. Nea Dimokratia (centro-destra) con il premier Kyriakos Mitsotakis è andato ben oltre le previsioni sfiorando il 41% dei consensi. Solo per poco il partito non ha raggiunto la possibilità di governare da solo, secondo l’attuale legge elettorale greca. Il secondo partito è Syriza (sinistra) di Alexis Tsipras, ma la differenza di consensi è impressionante (circa 20%). Il crollo di Syriza avvantaggia gli altri partiti progressisti: il Pasok (socialisti) ha aumentato la sua percentuale salendo a 11,5% e il Kke (comunisti) è arrivato al 7,5%. Ma non basta. Per poco, solo 5 seggi, Nea Dimokratia avrebbe ottenuto la maggioranza per governare, e in un sistema proporzionale come quello greco sarebbe stato una fatto unico. Visto che questa condizione non si è verificata, e dopo le rinunce ai mandati esplorativi per possibili coalizioni, affidate dalla Presidente della Repubblica ai primi tre partiti usciti dalle elezioni, il Paese ritornerà alle urne il 25 giugno con le nuove regole previste dalla Costituzione: non più un proporzionale puro, ma con premio di maggioranza.

Il risultato del 21 maggio è stato comunque una sorpresa per molti partiti: per Nea Dimokratia, che non si aspettava una differenza di voti così grande rispetto alla sinistra, e un vero shock per Syriza, che a quanto pare non ha convinto gli elettori. Forse perché pur essendo un partito del sistema ha usato in campagna elettorale una retorica completamente antisistema, cosa che ha confuso gli elettori di sinistra; che inoltre non hanno dimenticato il terzo Memorandum sul controllo dei capitali, sostenuto da Syriza, e le conseguenze drammatiche per l’economia della Grecia. Secondo molte e approfondite interpretazioni del voto, il popolo greco ha scelto la stabilità, e ha voluto dare a Nea Dimokratia una nuova opportunità per un secondo mandato autonomo, nonostante il fatto che ci siano molti casi in discussione e deferiti alla magistratura (intercettazioni illegali, la tragedia ferroviaria, ecc.). È anche impressionante il fatto che Nea Dimokratia abbia vinto anche nelle periferie più povere, dove Syriza dominava, ha vinto pure tra i giovani (17-24 e 25-34) sui quali Syriza puntava. Ha convinto pure liberi professionisti, impiegati e agricoltori. Il popolo greco con il suo voto sembra aver detto chiaramente che vuole prima di tutto la stabilità nel Paese, e che non condivide più il sistema proporzionale introdotto a suo tempo da Syriza, desiderando un governo di maggioranza capace di assumersi piena responsabilità delle proprie decisioni.

Il risultato elettorale e stato accolto positivamente dai mercati e dagli investitori internazionali che temevano una paralisi politica.

È chiaro che le nuove elezioni del 25 giugno saranno altrettanto critiche e per molti motivi: primo fra tutti l’astensionismo, la probabile entrata in Parlamento di altri due partiti che per poco non hanno superato la soglia del 3% dei voti, fatto che renderebbe più difficile la maggioranza autonoma di Nea Dimokratia, e anche una probabile ripresa di Syriza che per il momento si trova nel suo punto più basso di consenso.

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