La Grande Messa di Mozart

Grande Messa in do minore K 427. X Festival di Musica e arte sacra, Roma, chiesa di sant’Ignazio.
La grande messa di Mozart alla chiesa di sant'Ignazio a Roma

Grande Messa in do minore K 427. X Festival di Musica e arte sacra, Roma, chiesa di sant’Ignazio.

 

Quando si parla di musica sacra, a volte si pensa che i compositori, per scriverla perfettamente e “a senso”, dovrebbero essere devoti praticanti. Ma l’ispirazione artistica, per fortuna, è fuori da queste categorie, o desideri. Mozart, cattolico e massone, compone questa messa gigantesca per un quartetto di solisti, orchestra e un coro doppio, talvolta anche a otto voci. Gli echi dei grandi, Händel, oltre che Bach, sono ben presenti nei tumultuosi fugati del coro, ma anche nelle sommesse incisività, sempre del coro. Mozart, si sa, è genio assimilatore come pochi, rimanendo sé stesso, originale. Ciò è evidente anche negli interventi del soprano – una limpida Maria Grazia Schiavo –: regala volute barocche ardite in arie cantabili e gioiose che ricordano certe invenzioni operistiche di Amadeus, ma che non stanno male nei passi del Gloria (il Laudamus te). La qualità musicale di Amadeus è talmente alta che esprime perfettamente i diversi stati d’animo nelle differenti situazioni, perché la sua è musica assoluta, luce su luce. I complessi del romano Teatro dell’Opera si son lasciati guidare dal preciso Jaap van Zweden e ne è uscito un concerto che, ad onta dell’acustica imperfetta, ha cantato la gloria di Dio e, anche, di Mozart.

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