La GMG di Malta

Erano in 10 mila ad aspettare Benedetto XVI al Waterfront di Valletta. I giovani chiedono cosa fare quando si è emarginati perché diversi o perché cristiani. La sua risposta: Dio non rifiuta
Malta Giovani
Ha attraversato il Waterfront di Valletta in nave, seguito da una scia di barche. Sulla banchina erano in 10 mila a salutarlo come un novello Paolo  riapprodato a Malta. Sorride Benedetto XVI circondato dai giovani e dai vescovi di Malta e Gozo. Sul palco che lo ospiterà, alle tante band di Malta si alternano le testimonianze di gruppi, associazioni, movimenti, ma anche di singoli che hanno scoperto o riscoperto la fede. Una festa nazionale aperta anche ai giovani stranieri giunti sull’isola per l’incontro: insomma una Gmg maltese.

 

A piccoli gruppi si incontrano, meditano, si inginocchiano dentro una tenda trasformata in cappella.Vincienne appartiene a Zac, i giovani dell’Azione cattolica. «Da mesi ci siamo preparati a questo appuntamento con tante catechesi nelle parrocchie e nei gruppi. Ci siamo accorti di non conoscere il Papa, chi lui è veramente».
Antony ha dormito tutta la notte in macchina insieme ai suoi amici per poter assistere alla messa del mattino e ora è entusiasta davanti alla banchina. Ma cosa ha da dire questo papa ai giovani?  « Noi viviamo di emozioni e Giovanni Paolo II sapeva suscitare questi sentimenti. Benedetto ci insegna invece ad andare in profondità, a capire quello in cui crediamo. Io lo sto scoprendo». Daniel è qui per sostenere il Papa: «E’ un periodo difficile per lui. Nella chiesa sembra che esista solo male, io invece so che c’è tanto bene, non tutto è sbagliato. Io sono qui per dirgli che credo al bene». «Incontrarlo qui a Malta è stato importante, la mia opinione su di lui è cambiata. Le sue parole sono molto intelligenti». Graziella studia scienze bancarie ed è al suo primo incontro con Benedetto XVI.

Con questa confidenza quattro giovani maltesi hanno esposto al Papa i loro disagi e interrogativi. «Io rappresento i diversi, esordisce il primo, quelli cioè che hanno fatto uso di sostanze, che vengono da famiglie separate, che hanno altri orientamenti sessuali. Dio ci accoglie, ma la comunità cristiana ci guarda con sospetto e ci rifiuta. Quale il nostro posto?». C’è chi invece è cristiano e viene rifiutato per la sua scelta di fede o soffre perché la Chiesa è molto chiusa e tradizionalista. Ci sono quelli che vogliono sposarsi ma sono lacerati sul modello di famiglia da seguire. E infine c’è chi vuole diventare sacerdote ma è scoraggiato da questi preti che fanno male alle persone.

«Non abbiate paura – risponde con forza Benedetto XVI –  Dio non rifiuta nessuno. E la Chiesa non rifiuta nessuno. Dio sfida ciascuno di noi a cambiare». S.Paolo diventa il modello di questo cambiamento. «A lui persecutore della chiesa sulla via di Damasco Dio chiede un cambiamento». Mette poi in guardia dalla cultura odierna, «che promuove idee e valori talvolta in contrasto con quelle vissute e predicate da Cristo. Spesso sono presentate con un grande potere persuasivo, rinforzato dai media e dalla pressione sociale da gruppi ostili alla fede cristiana». Il Papa non usa mezzi termini verso i mezzi di comunicazioni e le lobby, e chiede ai giovani con decisione di fidarsi di Dio. Gli ultimi suoi momenti a Malta sono dedicati a loro, al futuro della Chiesa. «Noi siamo anche il presente -risponde Francesca mentre sventola una bandiera – ci ha detto chiaramente che la fede non è un gioco».

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