La gioia

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“Tutto ha avuto inizio tanti e tanti anni or sono. Gli abitanti della terra, pochi per la verità, non si conoscevano abbastanza, avevano paura l’uno dell’altro ed abitavano in grotte e caverne sempre scure con la certezza che nessuno li avrebbe visti. Ma, i “cuccioli d’uomo”, seguendo i raggi del sole che filtravano tra i rami che nascondevano l’entrata alla caverna, un giorno uscirono all’aperto e videro un mondo meraviglioso e caldo. Il sole, con i suoi raggi, scaldava l’aria, gli uccellini cinguettavano sulle fronde dei maestosi alberi, gli scoiattoli si rincorrevano tra di loro e giocavano felici, i fiori – di tanti colori – rendevano più accogliente il paesaggio, i campi erano ricoperti di erbe, di arbusti, di alberelli le cui bacche erano assaggiate gustosamente dagli animali e da altri “cuccioli d’uomo” che si rincorrevano sulle rive del mare. Altri cuccioli d’uomo! Sì, ed era meraviglioso, bello, dolce, giocare, correre, e respirare quell’aria nuova, più calda, più accogliente, più gioiosa di quella che si respirava nella caverna. I cuccioli d’uomo avevano scoperto la gioia. Quella “cosa” che rende meno buia la vita di tutti i giorni, che fa capire quanto sia bello e necessario non essere soli, che insieme ed uniti si può, anche in mezzo ad animali grossi grossi, a tuoni e lampi rumorosi, vivere nella gioia di ogni momento della giornata. Ma, poveri cuccioli d’uomo, quella gioia che avevano scoperto non era compresa dagli “adulti d’uomo” che, richiamarono i piccoli dentro le caverne, spensero il fuoco per non farsi riconoscere ed il buio li riavvolse. Tutto era perso? Tutto era ritornato come prima? E la gioia? Era rimasta nei cuori di alcuni cuccioli. La nostalgia di quel sole caldo, di quei fiori profumati e di tanti colori, l’aria pura, di altri cuccioli d’uomo, piano piano li fece diventare coraggiosi, spingendoli ad uscire nuovamente dalla caverna, per ritornare a respirare ciò che avevano provato ed avere nuovamente la gioia nei cuori. Ma – questo non lo avevano provato prima – piano piano divenne sempre più scuro, come se fossero tornati nella caverna. Avevano paura, quei cuccioli, ma, tenendosi stretti l’uno all’altro, si accorsero che c’era – su nel cielo – una luce che rischiarava tutto intorno e, su in alto, tanti piccoli lumicini si accesero un po’ alla volta ed attorno a loro gli animali della notte cominciarono il loro concerto. Le rane, i gufi, si unirono alle lucciole ed anche la notte (così la chiamarono i cuccioli) si animò ed era bello essere parte di questo nuovo mondo che non faceva più paura. La gioia fu nuovamente compagna di tutti i cuccioli, ed insieme, uniti da questa e dall’amore, attesero che, un po’ alla volta, le piccole luci in cielo si spegnessero, che la fonte più grande di luce sparisse, per lasciare spazio ad una fonte di luce e calore maggiore. I cuccioli la chiamarono “sole”. Ed insieme scoprirono il mare, i fiumi, i laghi, scalarono le montagne, scesero nelle valli, e ciascuno aveva, come bastone per essere aiutato, la gioia ed uno zaino pieno di felicità. Da allora, ogni cucciolo d’uomo, è sempre alla ricerca di altri cuccioli per avere e vivere la gioia insieme. Col tempo, ogni cucciolo diventa “adulto d’uomo”: forse, nel suo cuore e nella sua anima, c’è sempre la ricerca di un cucciolo d’uomo con cui dividere la gioia.

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