La Francia alla guida dell’Ue

La Francia, che assume la Presidenza di turno del Consiglio dell’Unione europea, ambisce ad un’Europa umana, più forte e sovrana, verso un nuovo modello di crescita.

La Torre Eiffel illuminata di blu, con le dodici stelle della bandiera dell’Unione europea (UE), segnano visivamente l’inizio della Presidenza di turno della Francia del Consiglio dell’UE, mentre decine di altri monumenti in tutta la Francia saranno illuminati di blu durante la prima settimana di gennaio. Il programma della Presidenza francese del Consiglio dell’UE è stato definito intorno a tre ambizioni principali, nel segno della grandeur francese che, in questa occasione, si vuole estendere al continente europeo.

(AP Photo/Thibault Camus)

Innanzitutto quella di un’Europa più sovrana, con il rafforzamento dello spazio Schengen, per proteggere le frontiere, controllare la migrazione e migliorare la politica di asilo, in linea con i valori europei e gli impegni internazionali. Questo significa anche un’Europa più forte in grado di agire nel settore della sicurezza e della difesa, favorendo la prosperità e la stabilità dei Paesi del vicinato europeo, in particolare nei Balcani occidentali e attraverso la ricostruzione delle relazioni europee con l’Africa.

Poi, quella di un nuovo modello di crescita europeo, rendendo l’Europa un grande continente della produzione, della creazione di posti di lavoro, dell’innovazione e dell’eccellenza tecnologica, dove lo sviluppo economico si concili con la lotta per il clima, dove il sostegno all’innovazione e la crescita degli attori digitali europei si accompagni alla definizione di norme europee per il mondo digitale, offrendo ai lavoratori posti di lavoro di qualità, qualificati e meglio retribuiti. Tra le proposte concrete vi è infatti l’istituzione di salari minimi nell’UE, la regolamentazione dei giganti digitali e la creazione di una tassa sul carbonio per i prodotti importati nell’UE, in base al proprio impatto ambientale.

Infine, l’ambizione di un’Europa umana, che tenga conto delle esigenze dei cittadini espresse nel quadro della Conferenza sul futuro dell’Europa, che difenda lo stato di diritto e sia fedele ai suoi valori, fiera della sua cultura, fiduciosa nella scienza e nella conoscenza, determinata a combattere le discriminazioni e impegnata per il futuro della gioventù. Non a caso, il 2022 è anche l’Anno europeo dei giovani.

Gli orientamenti della Presidenza francese del Consiglio dell’UE rappresentano il proseguimento dei lavori svolti dalla presidenza slovena, nonché nel quadro più ampio del programma del trio di presidenza preparato con le future presidenze ceca e svedese, e si basano sul programma di lavoro della Commissione europea del 2022 e sulle priorità legislative dell’UE per il 2022. Esse sono state oggetto di consultazione con il presidente del Consiglio europeo, il Parlamento europeo e l’alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune. Sono stati consultati anche il Comitato economico e sociale europeo, il Comitato europeo delle regioni e le parti sociali.

Il presidente francese Emmanuel Macron, nel suo discorso di fine anno, nel corso del quale ha affermato che «il 2022 deve essere l’anno della svolta europea», ha chiarito i punti del programma della Presidenza di turno della Francia del Consiglio dell’UE ed ha espresso le ambizioni di una Francia che continua a volersi porre alla guida del processo d’integrazione europea per realizzare «un’Europa potente nel mondo, pienamente sovrana, libera dalle sue scelte e padrona del suo destino». Macron ha auspicato «un momento di progresso per il controllo delle nostre frontiere, la nostra difesa, la transizione climatica, l’uguaglianza tra donne e uomini, la costruzione di una nuova alleanza con il continente africano, un miglior presidio delle maggiori piattaforme di internet e della cultura in Europa».

(AP Photo/Thibault Camus)

Resta l’incognita del decorso della pandemia di Covid-19 laddove, secondo l’aggiornamento settimanale dell’OMS (del 28 dicembre), il numero di nuove infezioni in Europa è cresciuto del 57% negli ultimi sette giorni, delle elezioni presidenziali francesi, previste l’11 aprile 2022, e la necessità di una riforma dello spazio di libera circolazione delle persone in Europa, la cosiddetta area Schengen, della quale si discute da anni ma che non riesce a venire alla luce per disaccordi tra gli Stati membri dell’UE.

Infine, la Francia intende garantire una decisa promozione del multilinguismo, tema da sempre caro ai francesi, sia nei lavori del Consiglio dell’UE che nelle riunioni da svolgersi in Francia. Durante la Presidenza di turno della Francia del Consiglio dell’UE tutte le riunioni chiave del Consiglio dell’UE saranno condotte in francese (con le normali traduzioni simultanee), note e verbali saranno in francese e anche gli incontri preparatori saranno condotti in francese. Del resto, il francese è solo una delle ventiquattro lingue ufficiali dell’UE e una delle tre lingue di lavoro della Commissione europea.

Lo scorso anno, Clément Beaune, ministro francese agli affari europei, aveva ribadito la necessità di un’azione concreta per migliorare la diversità linguistica nell’UE, soprattutto alla luce della Brexit, l’uscita del Regno Unito dall’UE. Questo è oltremodo vero per le istituzioni europee, dove l’inglese è diventato nel corso degli ultimi due decenni, la lingua di lavoro quasi unica, soprattutto dopo l’allargamento dell’UE ai Paesi dell’Est dell’Europa. Oramai solo Malta e Irlanda riconoscono l’inglese quale propria lingua ufficiale ma, nonostante ciò, sarà difficile contrastare la preponderanza della lingua di Shakespeare, o meglio di quell’inglese storpiato e standardizzato che spesso si parla nelle istituzioni e si usa per comunicare nel resto dell’Europa.

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