La fisarmonica di Alex

A Costel Ghinea, ragazzo rom di 15 anni, il premio speciale del concorso letterario per stranieri "Immicreando" dell'arcidiocesi di Milano.
rom fisarmonica

La fisarmonica di Alex è il racconto scritto da Costel Ghinea, un rom di appena 15 anni che vive in un campo alla periferia di Milano. Ha ricevuto il premio speciale di Immicreando, un concorso per giovani scrittori riservato agli stranieri e organizzato dalla Pastorale diocesana per i migranti. Giuto all’ottava edizione, aveva per tema “Valori, eredità, talenti: un patrimonio prezioso”.

 

Costel Ghinea non ha scritto la sua autobiografia, ma la storia di un suo amico fisarmonicista, Eduard, che nel racconto si chiama Alex. «Un ragazzo sensibile e amante del suo prossimo. Ha mani lunghe e sottili, da musicista».

 

Un giorno manca il professore di musica. Alex prende la fisarmonica e suona «una bella melodia della sua terra. I suoi compagni di classe sono colpiti dalla dolcezza e dalla forza di quella musica che parla di prati, foreste, fiumi lenti e tranquilli. Quando le dita di Alex lasciano i tasti della fisarmonica, scoppia un applauso fortissimo: Alex capisce di aver conquistato degli amici e questo lo riempie di gioia. Anche in Italia ha trovato musica e amicizia».

Nel saggio di fine anno scolastico i professori invitano Alex a suonare la «ballata romena preferita, che parla dell’estate, di giochi all’aria aperta, di cieli azzurri e dei sogni per il futuro di un ragazzo di quindici anni».

 

Fin qui il racconto. Costel ha quindici anni, viveva nel campo di S. Dionigi ora sgombrato dalle autorità. Ma lui continua a frequentare la scuola e il doposcuola organizzato da suor Ancilla Beretta e suor Gloria Mari di Nocetum, associazione no-profit impegnata nel recuperare il patrimonio storico, artistico e ambientale del luogo e nel far rivivere l’originaria vocazione cristiana del complesso chiesa e cascina.

 

Mons. Giancarlo Quadri, responsabile diocesano per i migranti, ha premiato Costel nel corso di una manifestazione pubblica affollatissima nella chiesa di S. Stefano. Tra i fedeli che gremivano la chiesa molti peruviani, filippini e compagni di classe del ragazzo. Quando è giunto al campo di via S. Dionigi, Costel aveva otto anni. Con altri bambini, aiutati da Nocetum e Casa della Carità, ha cominciato a frequentare scuola e doposcuola. Prima le elementari, poi le medie, oggi la prima classe di ragioneria. Costel inizia la frequenza a fine novembre con qualche difficoltà. Con l’aiuto dei volontari recupera i debiti meravigliando gli insegnanti.

Il doposcuola a Nocetum accoglie ogni venerdì 30 tra bambini e ragazzi. È rivolto anche agli studenti delle medie e a chi frequenta le prime classi superiori, come Costel e Laurentium, iscritti a ragioneria. Laurentium, anche lui ragazzo rom dell’ex campo di S. Dionigi, «fa di tutto – dice suor Gloria – per non trascurare lo studio, perché lavora e aiuta la famiglia».

 

Oggi, racconta suor Ancilla, gli ex bambini di S. Dionigi «coltivano anche progetti per il futuro. Qualcuno pensa alla casa, Costel vorrebbe rimanere in un “campo” che non sia una baraccopoli, ma un piccolo villaggio fatto bene, con i dovuti servizi, dove ci sia la dignità dello stare insieme in sicurezza».

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