La fede e le sue fonti

Da trent’anni, ormai, sono prete e teologo... chiamato a seguire Gesù nello studio, nella ricerca e nell’insegnamento.
Piero Coda con alcuni studenti di teologia

Continuo con voi la meditazione su “che cos’è la fede”, muovendo da ciò che ho toccato con mano nella mia vita.
La fede, in realtà, non è una conquista acquisita una volta per tutte. È un viaggio, una crescita, una continua sfida. Come, dunque, alimentare l’esperienza della fede, una volta che si è cominciato a farne esperienza? Innanzi tutto, nutrendosi della Parola di Dio. Non solo studiandola e prendendo dimestichezza con la Sacra Scrittura, ma meditandola a fondo nel cuore e mettendola in pratica nella vita con perseveranza.
Ricordo il giorno in cui da ragazzo, spinto dalla parola di Gesù: «Tutto ciò che avete fatto al più piccolo dei miei fratelli, l’avete fatto a me», incontrando per strada, la sera, un vecchio ubriaco che era caduto in terra, lacero e sporco, mi fermai, lo rialzai e lo ricondussi a casa. Mi sembrò di aver realmente incontrato Gesù.

Nella mia esperienza di fede, è stata poi la partecipazione all’Eucaristia ogni giorno a diventare spontaneamente il centro vivo dell’esistenza. In essa e per essa, l’incontro con Gesù e in lui col Padre tocca l’apice, e dà nuova linfa alla divina avventura che si è intrapresa.
Ma la presenza di Gesù ho cominciato a riconoscerla anche nella vita di unità tra i fratelli, generata dall’amore reciproco e per tutti. Ho toccato così con mano la realizzazione della promessa di Gesù ai discepoli: «Dove sono due o più riuniti nel mio nome, là sono io in mezzo ad essi». È ogni volta, in piccolo, rivivere l’esperienza inattesa e gioiosa dei discepoli di Emmaus: «Non ci ardeva forse il cuore in petto?».

La fede, infine, è diventare sempre più consapevoli che l’esperienza di Gesù è generata in noi nella e dalla Chiesa. E, in essa, da Maria. E come è lo Spirito Santo che suscita e nutre la fede non solo attraverso la Parola, l’Eucaristia, la comunità adunata nel nome di Gesù, ma anche attraverso quei doni con cui egli assiste, lungo il suo cammino, il Popolo di Dio.
Tutta la mia esperienza di fede, ad esempio, è stata illuminata dall’incontro con uno di questi carismi donato alla Chiesa e all’umanità del nostro tempo: il carisma dell’unità, di cui si è fatta messaggera intrepida e testimone luminosa Chiara Lubich.

Gli anni sono passati veloci. Gesù passo passo mi ha indicato la strada. Da trent’anni, ormai, sono prete e teologo. Sì, perché son stato chiamato a seguire Gesù nello studio, nella ricerca e nell’insegnamento.
Mi ero sempre sentito attratto dalla Verità, ma avendo avvertito la chiamata a lasciare tutto, anche il desiderio di studiare e investigare in modo sistematico le sue vie, per andare dietro a lui solo come e dove aveva pensato per me, m’ero lasciato alle spalle la carriera universitaria.
Il servizio teologico è venuto del tutto inaspettato: come una chiamata nella chiamata ad amare Dio anche con l’intelligenza per condividerne i frutti coi fratelli. E per questo mi è diventato ancor più caro e prezioso.

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