La fabbrica di cioccolato

Èinnegabile che la cioccolata è un’attrazione per piccoli e meno piccoli, unita ad una sensazione di piacere gioioso, ma anche a incresciosi sensi di colpa per i possibili abusi. La fabbrica di cioccolato più grossa del mondo, agli occhi dei bambini, non può che essere un luogo portentoso, avvolto nel mistero, e il suo padrone un genius, incarnazione delle contrastanti prerogative del gustoso alimento. Questa è l’intuizione che sta alla base del romanzo di Roald Dahl, che ha avuto successo nei paesi anglosassoni, e dei due film, che negli anni si sono ispirati ad esso. L’ultimo è opera di Tim Burton, noto per opere precedenti ricche di immaginazione, come Edward, mani di forbice e Big Fish. La poetica di Burton crea fin dall’inizio un’atmosfera da favola ottocentesca, anche se ambientata ai nostri giorni, presentandoci un bambino sensibile, di famiglia povera, e abitante in una catapecchia ricurva e pericolante. Per un colpo di fortuna provvidenziale è ammesso, per un intero giorno, a visitare l’affascinante fabbrica, accompagnato dal simpatico nonnino. Essi vedono, all’interno, marchingegni ipertecnologici, fiumi e cascate di cioccolato, invenzioni incredibili. Sono accolti dal carismatico e pallido Johnny Depp, luminosissimi, raffinato e pieno di buone maniere, ma strambo ed egocentrico. Sono accompagnati da altri quattro visitatori bambini, che impersonano i principali difetti infantili. La visita diventa un inquietante viaggio simbolico nel cuore dell’infanzia, tra forme insolite e colori vivaci, e i vizi trovano originali punizioni. I toni della favola, a questo punto, tendono al dark e l’umorismo da lieve diviene quasi impietoso, tessendo una critica graffiante dei comportamenti, non solo infantili. Il racconto è alleggerito da cori e balletti di piccoli omini, tutte copie dell’espressivo Deep Roy. Il finale è positivo, perché il ragazzo che ha saputo rifiutare la ricchezza, offerta in cambio dei legami familiari, riesce a riconciliare il genio del cioccolato al suo padre dentista, emblema di tutte le remore sanitarie legate alla gustosa sostanza. Regia di Tim Burton; con Johnny Depp, Freddy Highmore, Helena Bonham-Carter, Christopher Lee, Deep Roy. Raffaele Demaria

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