La donna che combatte i matrimoni precoci

Come in molti Paesi africani, le ragazze possono essere sposate prima dei 18 anni, contro la loro volontà. Un’esperienza di riscatto, quella di Theresa Kachindamoto.

 

Povertà, matrimoni precoci e abbandono scolastico sono tre componenti dello stesso circolo vizioso. È contro un tale flagello che si batte da oltre 15 anni Theresa Kachindamoto, una donna diventata capo del distretto di Dezda nel 2003. La sua opera: ridare dignità ai bambini promuovendo l’educazione.

La Kachindamoto, che è stata segretaria presso l’Università del Malawi, nel Sud del Paese per 27 anni, ha fatto dell’educazione secondaria lo scopo della sua battaglia. È arrivata a rompere 850 matrimoni precoci per mandare le ragazze a scuola.

Madre di cinque figli e la più piccola di 12 fratelli, Theresa viene da una famiglia di capi locali del Malawi. Crede fortemente nella necessità di affrontare il matrimonio precoce attraverso l’educazione e per garantire che tutti i bambini, in particolare le ragazze, siano mandati a scuola. Spesso sovvenziona la scolarizzazione dei bambini. Inorridita dalla vista delle bambine spose all’età di dodici anni, decise di combattere contro questa pratica. «Non voglio i matrimoni precoci – ha detto alla rivista U.N Women –. Nessun bambino dovrebbe fare i lavori di casa quando dovrebbe andare a scuola». In effetti più della metà delle ragazze del Malawi si sposano prima dei 18 anni e non è raro vedere bambine trasformarsi in casalinghe.

La principale sfida per porre fine al matrimonio dei bambini in Malawi è quella di rifiutare l’accettazione di tale pratica come norma nella povertà. Le ragazze sono spesso sposate per migliorare la situazione finanziaria di una famiglia o talvolta per ripagare un debito. In Malawi sposarsi vuol dire la certezza di guadagnare una dote e quindi di ridurre le difficoltà finanziarie della famiglia. Ma questa scelta coltiva un grave circolo vizioso: una ragazza sposata non sarà in effetti mai educata, e si sa che solo un’istruzione generalizzata può sviluppare e arricchire il Paese.

Tuttavia, le attitudini e le pratiche ancestrali sono difficilmente rimesse in discussione. Gli sforzi di Theresa hanno provocato molte resistenze nella comunità, tra i genitori e persino nelle coppie stesse. Ha persino ricevuto minacce di morte da molte persone che non vogliono cambiamenti. «Che piaccia o no – ha risposto la donna –, ho tutta l’intenzione di far cessare la pratica di questi matrimoni». Ha così chiesto e ottenuto dai suoi 50 sotto-capi del distretto di firmare un accordo per abolire il matrimonio precoce ai sensi della legge consuetudinaria e per cancellare qualsiasi unione esistente nella sua area di autorità.

Nel 2012, un’indagine delle Nazioni Unite ha classificato il Malawi all’ottavo posto tra i 20 Paesi al mondo con più alto tasso di matrimoni infantili. Tuttavia, in un recente sondaggio, condotto nel 2017, sarebbe passato dall’8° al 12° posto. Anche perché proprio nel 2017, il parlamento del Malawi ha approvato una legge che vieta il matrimonio prima dei 18 anni. Una prima vittoria. Tuttavia, la signora Kachindamoto chiede al Parlamento di alzare l’età minima del matrimonio dai 18 ai 21 anni. «Dico sempre ai genitori: se mandi i tuoi figli a scuola, avrai tutto in futuro. Una volta terminati gli studi, le ragazze potranno fare quello che vogliono», ha detto Theresa.

Posizioni coraggiose Nelson Mandela lo aveva detto: «L’educazione è l’arma più potente che puoi usare per cambiare il mondo».

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