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Persona e famiglia > Felicemente

La dimensione psicologica nel post-Covid

di Benedetta Ionata

- Fonte: Città Nuova

Il Covid-19 ha lasciato con sé non solo conseguenze fisiche, ma anche effetti secondari sulla salute mentale e lo stato d’animo. Ci sono delle strategie per superare la fase post-malattia, dalle attività stimolanti all’aiuto psicologico professionale

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Sin dall’inizio della pandemia di Covid-19 è stato chiaro come i tempi di recupero, dopo aver contratto questo virus, fossero molto diversi da persona a persona, e che spesso sintomi associati al Covid-19 possono persistere oltre l’insorgenza dell’infezione. Questi sintomi vengono raggruppati sotto il nome di «Covid-19 cronico» o «sindrome post-Covid-19». Questa condizione è stata identificata nei pazienti indipendentemente dalla gravità, compresi i casi asintomatici, e dal ricovero o meno in ospedale.

Le linee guida del National Institute for Health and Care Excellence (NICE) definiscono la «sindrome post-COVID-19» (PCS) come una costellazione di sintomi che si sviluppano durante o dopo l’infezione da Covid-19, persistono per più di 12 settimane (3 mesi) e non sono sufficientemente spiegati da diagnosi alternative.

Gli sforzi della ricerca sulla sindrome post-Covid sono iniziati nel momento in cui i pazienti hanno segnalato sostanziali danni alla qualità della vita e al funzionamento quotidiano. In queste persone venivano individuate, oltre ad una serie di sintomi che interessavano diversi organi, anche ansia, depressione, disturbo da stress post traumatico con tassi più elevati del previsto, e segnalavano anche la presenza di «nebbia mentale», dimenticanza, affaticamento, difficoltà a prendere decisioni, concentrazione, difficoltà nel multitasking e problemi del sonno. Una percentuale significativa di questi individui sperimentava affaticamento persistente e/o deterioramento cognitivo, e questi sintomi sono stati costantemente segnalati come alcune delle caratteristiche più comuni e debilitanti in seguito alla risoluzione del Covid-19.

L’indagine sulle potenziali opzioni di trattamento delle condizioni post-Covid-19 è ancora agli inizi. Ad oggi non esiste una cura definitiva per il post-Covid, che viene invece gestito e affrontato con un approccio orientato alla persona e cucito su misura, in base a stato di salute e sintomi. In quest’ottica, tornerebbe utile entrare in contatto con i medici che prendono sul serio anche l’impatto psicologico che il Covid ha avuto sui pazienti.

Il Coronavirus, infatti, non è solo una patologia che colpisce la salute fisica di chi la contrae, ma porta con sé una serie di conseguenze psicologiche non trascurabili. Questo perché le condizioni psichiatriche sorte in seguito all’isolamento sociale, alla paura, alla perdita dei propri cari e all’incertezza economica, sono caratteristiche che fanno parte della sindrome post-Covid-19. Ma anche in assenza di questi fattori sociali, la natura del ricovero e della degenza in terapia intensiva e il decorso critico della malattia probabilmente influenzano l’incidenza dei sintomi neuropsichiatrici dopo l’infezione.

In questo senso, prendersi cura della propria salute psicologica diventa prioritario. Risulta importante quindi maturare un corretto atteggiamento psicologico ed emotivo da utilizzare verso sé stessi, allenando e rinforzando la capacità di saper affrontare e gestire le proprie emozioni, riconoscere quali sono le emozioni che proviamo e aprirci alla possibilità di sperimentare anche emozioni poco piacevoli.

A volte infatti affrontare la propria «nebbia mentale» e il cambiamento nel modo di funzionare e sentirsi può risultare più impegnativo, perché può portare a sentimenti di frustrazione, vergogna e isolamento. Dunque, durante questo periodo, è importante essere gentili con sé stessi e continuare a praticare l’autocompassione e portare avanti la cura di sé.

A proposito di cura di sé, questo è un elemento essenziale durante la propria quotidianità e merita di essere una priorità poiché riduce i sintomi di stress, ansia e depressione. Può sembrare banale ma la mente ha bisogno di attività piacevoli, per questo è importante prendersi il proprio tempo per scrivere un elenco di attività diverse e accessibili per la cura di sé che si possono svolgere durante la settimana. Dedicare del tempo in attività che ci fanno stare bene non è una forma di egoismo, bensì un modo efficace per ricaricarci e recuperare quelle energie fondamentali per rispondere alle sfide di ogni giorno.

La motivazione a praticare la cura di sé potrebbe mancare all’inizio, a causa del sentirsi giù o della mancanza di energia. Invece di aspettare di sentirsi «motivati» per iniziare l’attività, è bene dirigersi direttamente verso l’attività e iniziare con solo uno o due minuti di cura di sé, specialmente quando sembra scoraggiante fare le cose più a lungo. La motivazione probabilmente sarà una conseguenza. Tuttavia, non è sempre facile mettere in atto queste strategie e a volte può risultare difficile tutto ciò e si ha la sensazione di non essere più in grado di gestire la propria vita. In casi come questi è utile fermarsi e decidere di chiedere un aiuto professionale per migliorare la qualità della vita e mitigare il carico della malattia.

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