La conoscenza

Quanto dice Aristotele, cioè che per comprendere la facoltà bisogna studiarne gli atti, per comprendere gli atti bisogna studiarne gli oggetti, è fondamentale anche per il problema della conoscenza dell’esistenza di Dio. E anche se su questo punto le scuole aristotelico-tomiste moderne si distinguono, la gran parte degli studiosi di filosofia realista ammette che l’intuizione profonda dell’essere è il vero principio di conoscenza. Se la dimostrazione dell’esistenza di Dio dovesse avvenire per qualche cosa di estrinseco e sopraggiunto all’atto conoscitivo confuso comune ad ogni uomo, e solo attraverso una deduzione si potesse cogliere, neanche i filosofi potrebbero in realtà pervenire a conoscere Dio con il ragionamento. Infatti i principi primi della metafisica acquistano validità proprio nella percezione con fusa dell’essere creaturale. Solo nell’aver colto, come ogni uomo coglie, la realtà esistenziale collegata a Dio mistero, si trova la soluzione e la fondazione di una filosofia e di una metafisica.

 

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