La condanna di Berlusconi oltre i confini italiani

Abbastanza asciutti i commenti della stampa estera: a preoccupare di più è la stabilità del governo Letta, e un sistema giudiziario in cui le condanne difficilmente vengono applicate
El Pais

Almeno per una volta, qualcuno dirà, i media stranieri non hanno infierito troppo: a parte poche eccezioni, i titoli della stampa estera sulla condanna a sette anni per Silvio Berlusconi nel processo Ruby sono discretamente asciutti e aderenti ai fatti. Il New York Times, nell'articolo Berlusconi condannato a sette anni per una vicenda a sfondo sessuale, si limita a considerare come «il caso, come tutto ciò che riguarda Berlusconi, ha diviso l'Italia», e a sottolineare i rischi che la sentenza pone per il governo Letta; considerazioni spinte oltre dal Los Angeles Times, che osserva come «le sue crescenti preoccupazioni legali potrebbero spingerlo a togliere il sostegno al governo e andare ad elezioni perché, se dovesse vincere, sarebbe in una posizione più favorevole per far passare delle leggi che gli garantiscano l'immunità».

Posizione condivisa dall'australiano The Age che, per bocca dell'analista Wolfango Piccoli, ritiene che «il comportamento di Berlusconi diventerà sempre più imprevedibile nei mesi a venire, in quanto la sua strategia politica sarà condizionata dalle sue vicende legali». Anche se, osserva il quotidiano dopo una lunga carrellata delle condanne comminate ma mai applicate nei confronti dell'ex premier, «i processi contro Berlusconi in realtà costituiscono una minaccia più alla sua carriera politica che alla sua libertà, data la flessibilità del sistema giudiziario italiano». Anche Le Figaro, del resto, sottolinea che «anche se non dovesse scappare alla giustizia, il cavaliere non è comunque vicino al carcere: tra corruzione, falso in bilancio, finanziamento illecito a partiti politici ed altro ancora, è stato condannato ad un totale di 11 anni e 5 mesi, ma nessuna di queste sentenze è diventata definitiva. E il ricorso in appello può durare diversi anni».

Anche una testata notoriamente poco tenera come il Financial Times apre con un lineare Berlusconi condannato a sette anni di carcere: e anche in questo caso l'attenzione è portata più sulle implicazioni finanziare per Mediaset – che, ricorda, «ha visto le sue azioni perdere il 5 per cento» – e su quelle politiche per il governo, dato che «vista l'imprevedibilità di Berlusconi, pochi si aspettano che per l'esecutivo Letta sarà business as usual». Più ironico il Guardian che attacca il pezzo Berlusconi condannato per rapporti sessuali con una prostituta minorenne con un «Dopo più di 26 mesi, 50 udienze e innumerevoli titoloni sui giornali, sono bastati pochi minuti per la lettura della sentenza che Silvio Berlusconi tanto temeva». Sentenza che, a detta del quotidiano, «molti italiani considerano comunque proporzionata, dopo che i racconti delle notti di Arcore hanno messo a dura prova la tolleranza verso i comportamenti privati di molti politici».

Più duro è come di consueto El Paìs, che afferma che «a 76 anni, Berlusconi comincia a raccogliere i frutti dei suoi vaneggiamenti politici, imprenditoriali e privati»: e in quanto al futuro del governo Letta, il quotidiano madrileno riferisce che «i media italiani danno per certo che il cavaliere stia preparando un'offensiva televisiva per mettere pressione sull'esecutivo in cerca di un appoggio difficile e improbabile».

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