La colazione dei poveri

Ogni sabato mattina una parrocchia di Roma offre cibo, indumenti e servizi. Da 50 anni tra sfratti e traslochi sono a fianco degli ultimi
povertà

Il prossimo che non vediamo mai si raduna ogni sabato mattina, nei locali della Chiesa di Santa Maria Immacolata di Lourdes, sotto una tettoia. È lì che ha luogo la colazione del povero, organizzata ormai dagli anni Settanta da un gruppo di laici del quartiere Aurelio. Che portano avanti il loro impegno nonostante le difficoltà. Se piove, si bagnano tutti, volontari e poveri. Ma almeno i poveri hanno una prima colazione.

 

La colazione dei poveri nasce nel 1986. La prima sede (e lo è stata fino a poco tempo fa) è la Chiesa di San Leone Magno, che fa sempre parte della parrocchia di Santa Maria Immacolata di Lourdes. Una chiesa che nasce già con la vocazione dell’altro: costruita nel 1933, all’inizio di via Boccea, ha le sue caratteristiche un asilo e una cucina economica, unica per centinaia di poveri. È lì che negli anni Cinquanta, comincia una consuetudine: ogni quindici giorni, prima della Messa del sabato mattina, i poveri vanno in Chiesa, accolti da padre Pietro Dante prima e padre Giuseppe Vimercati poi, che si succedono come rettori della Chiesa. Questi danno ai poveri qualche moneta, in un gesto spontaneo e quasi occasionale. Padre Giuseppe Vimercati chiama alcuni giovani della parrocchia a dargli una mano il sabato mattina. Nasce così, in maniera spontanea, una Comunità di laici. Che a un certo punto comincia a riflettere sul senso di quell’esperienza, e decide di portarla “fuori dal campanile”. Ovvero, andare a cercare i poveri e creare con loro un rapporto.

 

La colazione dei poveri è il primo germe di questa riflessione. Si parte da lì, ma poi, nel tempo, in maniera molto spontanea, cominciano le varie “inondazioni” dell’iniziativa. Ci si rende conto che i poveri hanno bisogno di abiti, ed ecco nascere un archivio dei poveri che vanno in parrocchia, dove sono segnalate tutte le esigenze, dalla taglia delle scarpe alle necessità più varie, e si predispone un giorno per la distribuzione dei vestiti; si cominciano ad organizzare le feste di Natale e Pasqua; si istituisce un centro di ascolto, e da lì si fa partire, nel 1993, una esperienza unica: il “Barbone vagabondo”, giornale scritto dai poveri in prima persona; quindi, nel 1995 nasce la La.Va. (Lavoro Vagabondo), Onlus che si occupa di trovare un lavoro ai poveri; poi ci si rende conto che i poveri hanno bisogno di lavarsi, e allora nel 2000 si dà il via al Centro di Igiene Personale, dove una volta alla settimana i poveri possono lavarsi; e da lì partono anche i progetti missionari del Gruppo di Solidarietà Internazionale, una naturale ramificazione “globale” di un progetto che è partito a livello locale. E che mantiene sempre nella colazione del sabato un punto essenziale di partenza, dal quale partire per conoscere i poveri e le proprie esigenze.

 

È dello scorso anno il trasferimento nei locali della chiesa di Santa Maria Immacolata di Lourdes. San Leone è stata ristrutturata, non c’è più spazio per la colazione dei poveri. Sono momenti di battaglia per la Comunità di Laici, che si sente in qualche modo sfrattata. Alla fine, è l’impegno evangelico ad avere la meglio: si spostano sotto una tettoia della parrocchia, in condizioni disagiate, per continuare a fornire un servizio al quale tengono moltissimo.

 

Oggi, sono circa 150 i poveri che ogni sabato mattina vanno a fare colazione a Santa Maria Immacolata di Lourdes. Quando tutto è iniziato, erano soprattutto vagabondi. Oggi, i loro volti raccontano di una nuova povertà: ci sono anche anziani che non riescono a tirare avanti con la pensione, disoccupati. I volti della nuova e della vecchia povertà che si incontrano ogni sabato mattina, tra le sei e le nove. E mangiano insieme.

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