La cogestione tedesca arriva in Italia

Siglato da Volkswagen, Cisl e Cgil il primo contratto che prevede la partecipazione dei lavoratori alle scelte strategiche aziendali
Volkswagen

È ancora recente l’accoglienza a Roma con tutti gli onori dell’emiro del Qatar. Un segnale del nuovo interesse a investire in Italia, Eni e Finmeccanica in particolare, da parte di uno dei fondi sovrani presentissimi in Europa. Ma ci sono anche aziende straniere che aumentano la loro presenza sul suolo italico, talvolta con piani di investimento interessanti e novità anche nei criteri di gestione dell’impresa.
 
È il caso della Volkswagen che, già nel 2010, si è assicurata il controllo, con la proprietà del 90 per cento, del capitale dell’Italdesign Giugiaro, «azienda di fama mondiale che opera prevalentemente nel campo del design e dello sviluppo di autoveicoli», come annunciava l’accordo scritto. Un segnale in controtendenza che mostra un patrimonio italiano, fatto di affidabilità e saperi, che resta da valorizzare e far crescere. In questo senso si può leggere un’altra novità proveniente dalla consociata italiana del gruppo Volkswagen, attiva nel settore dei servizi, con sede centrale a Verona, che ha annunciato di avere firmato il “contratto integrativo di partecipazione aziendale” con le organizzazioni sindacali.
 
L’azienda ci tiene a dire che si tratta di «aver dato il via a una nuova era per le relazioni di lavoro in linea con la “Charta dei rapporti di lavoro”», definita tra il gruppo Volkswagen e il “consiglio di fabbrica europeo e mondiale”, che prevede «una politica del personale centrata sulla cultura del contributo attivo e della partecipazione». Il comunicato stampa del 18 maggio 2012, che annuncia la novità delle relazioni sindacali in Italia, è firmato congiuntamente dall’azienda, Cisl e Cgil.
 
È lo stesso Goffredo Di Palma, direttore del personale di Volkswagen Italia a definire concretamente la «declinazione italiana della Charta», che «introduce i diritti di partecipazione delle rappresentanze dei lavoratori: diritto di informazione, di consultazione e di cogestione. Partecipazione significa coinvolgimento attivo dei collaboratori nel processo di sviluppo dell’azienda e il nuovo documento regola le questioni normative e la condivisione delle scelte strategiche con le rappresentanze sindacali».
 
Si tratta di un «lavoro, fianco a fianco, di azienda e rappresentanze sindacali», principalmente svolto da «cinque commissioni paritetiche, con uguale numero di membri per ciascuna delle due parti». Il nuovo contratto, approvato dal 92 per cento dei dipendenti, secondo Andrea Sabaini, di Fisascat Cisl, e Floriano Zanoni, di Filcams Cgil, «può avviare un concreto processo di evoluzione delle relazioni di lavoro, in cui la partecipazione, e non la riduzione dei diritti, diventa la strategia vincente anche per aumentare la competitività dell’impresa».
 
Nel complesso, il fatturato complessivo del gruppo tedesco nel 2011 è arrivato a 159 miliardi di euro, cioè con un incremento di oltre il 25 per cento su quello dell’anno precedente, superando gli 8 milioni di veicoli venduti. Mentre la strategia per il 2018 prevede «una profonda trasformazione all’insegna dell’ecologia».
 
 
 

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