La Chiesa del dialogo

Il 4 ottobre inizia la XVI Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi sulla Sinodalità. L'appello di Margaret Karram ai membri del Movimento dei Focolari.
San Pietro (AP Photo/Andrew Medichini)

A pochi giorni dall’inizio della XVI Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi sulla sinodalità, che comincerà il prossimo 4 ottobre in Vaticano, cresce l’attesa per i risultati di questa assise mondiale. Soprattutto perché quella che si presenta è una Chiesa dell’ascolto, che desidera essere umile, che sa di dover chiedere perdono e di avere molto da imparare.

Una Chiesa dell’incontro e del dialogo, che affronta onestamente e senza paura la chiamata a una comprensione più profonda del rapporto tra amore e verità.

Una Chiesa che ha capacità di gestire le tensioni senza esserne schiacciata: la Chiesa del discernimento.

Secondo papa Francesco, stiamo vivendo un tempo in cui rischia di «indebolirsi il senso del bene comune» mentre si afferma, «a scapito del dialogo e dell’incontro, il paradigma del monologo e dello scontro».

Contemporaneamente, sperimentiamo «un’epoca segnata dalla crisi delle istituzioni e dei processi decisionali».

Ma proprio in una situazione così difficile e confusa, la Chiesa «offre una proposta alternativa al mondo intero, tante volte così incapace di prendere decisioni, anche quando in gioco è la nostra stessa sopravvivenza».

Margaret Karram, presidente del Movimento dei Focolari, è stata convocata come invitata speciale. Scrive ai membri del movimento: «Non vi nascondo l’emozione che provo, ho soprattutto la grande gioia di poter partecipare di persona a questo momento di grazia, cosciente che porto con me ciascuna e ciascuno di voi del Movimento dei Focolari e questa è anche una grande responsabilità.

Sono certa che tanti hanno già vissuto qualche tappa del cammino sinodale nelle proprie chiese locali e hanno già fatto esperienza di alcuni dei frutti del percorso, come nuove occasioni per un dialogo che porta ad una comunione e partecipazione più profonda e allargata.

In questa prossima sessione siamo chiamati ancor più a “camminare insieme” come “popolo di Dio”, perché questo diventi una realtà permanente e quotidiana nella nostra vita per il bene della Chiesa e dell’umanità.

Tutto questo mi ha messo in cuore un grande desiderio: quello di impegnarci – come Movimento dei Focolari – a migliorare, a fare un passo in più, a rafforzare e raffinare i nostri rapporti di unità, ad essere i costruttori di fraternità in ogni ambiente in cui viviamo o operiamo. Conto, quindi, sulla vostra vita, per fare insieme un’esperienza vera di sinodalità».

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