L’Onu, nata sulle ceneri di due guerre mondiali, è stata concepita come il forum universale per la costruzione della pace e della cooperazione internazionale. Nei vari decenni le sue agenzie sono cresciute sviluppando approcci innovativi che hanno aiutato la crescita della comunità internazionale. Tuttavia, la sua centralità e la sua efficacia sono state costantemente messe in discussione. Questo è stato soprattutto causato da una gestione autoritaria esercitata dalle grandi potenze uscite vincitrici dalla guerra, in particolare dagli Stati Uniti, in virtù del loro potere economico e del potere di veto sulle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza.
Crisi di rappresentanza e sabotaggio economico
La questione non si limita al mero esercizio del potere di veto, ma si estende a pratiche percepite come sabotaggio economico o pressione politica. Gli Usa non hanno ancora versato quasi due miliardi di dollari dovuti negli ultimi anni, e discriminano alcune delegazioni di Stati o entità non pienamente riconosciute a livello internazionale. Recentemente, a quella palestinese è stato negato l’accesso a New York, cosa che evidenzia una lacuna nella promessa di uguaglianza e rappresentatività dell’Onu. Queste pressioni economiche e politiche minano l’indipendenza dell’Organizzazione, trasformandola da luogo di libero confronto alla pari a teatro di interessi geopolitici asimmetrici. Per recuperare la sua legittimità e la sua centralità, l’Onu deve dimostrare di essere un’istituzione veramente multilaterale, il più possibile immune dalle influenze di un singolo Paese.
Il ruolo trasformativo dell’Unione Europea
L’Unione Europea è stata fondata su principi di cooperazione, pratica del diritto e multilateralismo. Partendo da queste solide basi, essa ha pertanto il dovere di agire come catalizzatore di un cambiamento che renda più efficace l’Onu. In particolare, l’Ue può utilizzare il suo peso economico e la sua rete diplomatica per promuovere una riforma del Consiglio di Sicurezza, al fine di ottenere un maggiore rispetto del diritto internazionale, fungendo da ponte tra le diverse delegazioni e promuovendo l’inclusione delle voci più deboli. L’obiettivo deve essere quello di rendere l’Onu nuovamente centrale e autorevole, un vero baluardo contro l’unilateralismo.
Proposta di rilocazione dell’ONU a Strasburgo
Un passo simbolico e concreto verso la rivitalizzazione del multilateralismo potrebbe essere lo spostamento della sede Onu da New York a Strasburgo. Questa città, già sede del Parlamento Europeo e del Consiglio d’Europa, incarna lo spirito della riconciliazione e della cooperazione post-bellica in Europa. Ospitare l’Onu in un contesto europeo e non allineato con un’unica superpotenza potrebbe infondere nell’Organizzazione un nuovo senso di neutralità e universalità. Inoltre, la vicinanza alle istituzioni europee faciliterebbe la cooperazione operativa e politica tra l’Onu e l’Ue.
Ottimizzazione delle sedi e delle spese dell’Ue
Una mossa del genere non può ignorare la necessità di dare il buon esempio a livello interno. L’Ue è da tempo criticata per la dispersione delle sue sedi (Bruxelles, Strasburgo, Lussemburgo), che genera costi elevati e inefficienze logistiche. L’ipotesi di riallocare la sede centrale dell’Onu a Strasburgo contribuirebbe ad affrontare il tema dell’ottimizzazione delle sedi e delle spese dell’Ue.
Per sostenere la credibilità della sua iniziativa globale, l’Ue dovrebbe:
· Razionalizzare la dislocazione istituzionale, ad esempio concentrando tutte le attività legislative e amministrative principali in un’unica sede o riducendo il costoso “trasloco” mensile del Parlamento Europeo tra Bruxelles e Strasburgo, mantenendo quest’ultima come potenziale hub globale in caso di rilocazione dell’Onu;
· Massimizzare l’efficienza dei fondi, riducendo gli oneri amministrativi e garantendo che le risorse finanziarie siano destinate in modo più diretto alle politiche prioritarie, come il sostegno all’azione esterna e alla cooperazione internazionale.
Affrontando la sua inefficienza interna e promuovendo attivamente una visione multilaterale e inclusiva a livello globale, l’Ue può rilanciare sia il proprio progetto originario sia candidarsi a diventare la forza motrice necessaria per restaurare la piena centralità e l’equità operativa dell’Onu. L’iniziativa di Bruxelles è resa possibile dalla disponibilità di Marco Tarquinio ha accolto che lo ha condiviso con il gruppo parlamentare dei Socialists and Democrats che ospita l’iniziativa. L’evento è aperto a tutte le componenti politiche presenti nel parlamento europeo, in quanto riguarda un problema che ha rilevanza trasversale.