La carica dei mille

Sono i contestatori dei tagli al Fondo Unico per lo Spettacolo. Ieri davanti a Montecitorio.

Il piatto piange. Il ministro Tremonti, per rimpinguare le casse statali, taglia 130 milioni al Fondo unico per lo Spettacolo. Si va dai 511 milioni previsti nel 2008 dal governo Prodi ai 380 attuali. Una miseria. Chiuderemo teatri e cinema?

 

Si veste a lutto il mondo dello spettacolo, lancia palloncini neri. Sono un migliaio, forse più. Ignoti e noti. Verdone, Moretti e Virzì, la Carlucci e Barbareschi – del Pdl, fischiati –, Monicelli e la Melato… Si lanciano slogan. Si parla di boicottare la mostra di Venezia. Verdone è contrario: è l’unica nostra vetrina, dice. È duro con chi «uccide la cultura».

 

Ha ragione. Il ministro Bondi sembra non comprendere che il bene dell’Italia è la cultura, l’arte. Mandiamo a casa cantanti, attori, danzatori e gli infiniti operatori del settore? Gianni Letta prova a mediare, ma sarà dura.

 

Il futuro è grigio, se non nero. Manca l’unione tra le tante anime dello spettacolo, e la politica in genere non ama l’arte. Speriamo non finisca, dopo le parole e gli abbracci, con il solito «chi fa per sé, fa per tre».

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