Tra fratelli non ci si sceglie; ti ritrovi accanto, così per caso, un essere sconosciuto, più piccolo o più grande, maschio o femmina, bello o brutto, simpatico o antipatico. Ma è lì, insieme a te, nella stessa casa a condividere spazi, momenti significativi, relazioni, feste e vacanze. E così, a poco a poco, impari a conoscerlo, ad apprezzarlo, a litigarci. In alcuni momenti lo vorresti abbracciare forte per una sorpresa, un segreto in comune, una condivisione, una cosa fatta insieme, un viaggio programmato e vissuto. Ma in altri, quando sei di cattivo umore o ti fa innervosire per una frase o qualcosa che non condividi di un suo atteggiamento o di una sua azione, per un attimo vorresti poterlo cambiare, ma poi capisci che sei stata anche tu ad averlo provocato e ti ritorna in mente quanto di bello hai vissuto con lui e ti penti di aver desiderato un fratello diverso. Perché un fratello è per sempre.
È come avere una seconda pelle. Diventa parte di te nel bene e nel male ed è il tuo alleato in questa corsa ad ostacoli che è la vita. A volte si fa una distinzione tra primogeniti e secondogeniti, si pensa che i primi siano più avvantaggiati e più intelligenti per essere stati forse più attesi e curati da genitori e nonni. Penso a due fratelli biblici famosi, figli di Isacco: Esaù e Giacobbe. Quest’ultimo più calmo, è il preferito di sua mamma. Grazie alla sua furbizia, riesce a rubare la primogenitura ad Esaù, che gliela cede per un piatto di lenticchie. Quando, però se ne accorge, è ormai troppo tardi perché Giacobbe per sfuggire alla sua vendetta, è fuggito. Ritornerà dopo molti anni per chiedergli perdono di averlo ingannato e la pace trionferà tra i due.
L’ordine di nascita è solo uno dei tanti fattori che influenzano lo sviluppo della personalità, e dell’intelligenza. Anche l’unicità di ogni bambino e l’ambiente familiare giocano un ruolo fondamentale. Esiste tutta una letteratura intorno all’essere fratelli! Resta il fatto che i genitori quando arriva il secondo figlio, consapevoli di avere acquisito una maggiore esperienza, hanno più fiducia nelle loro capacità e sono più rilassati, meno ansiosi. E questo è molto vantaggioso per tutti. Si respira in casa un’aria più serena.
Il secondogenito avverte meno pressione ed ansia da parte degli adulti, è quindi più libero, meno controllato ed inoltre ha qualcuno con cui confrontarsi, interagire, giocare, quasi un modello da seguire o da imitare. Nessuno ti conosce meglio di un fratello. Si vive insieme un’esperienza unica, impagabile. Qualcuno ha addirittura parlato di due anime che si toccano senza confondersi. Quando mi sono annunciata io, mio fratello aveva 8 anni. Nessuno mi aspettava perché a mia mamma avevano detto che non avrebbe retto ad una seconda gravidanza. E invece sono nata io, prematura, in un dicembre pieno di neve. E la vita di tutti è cambiata parecchio, anche quella di mio fratello.
Sono stata accolta come una principessa, ma si è temuto che non sopravvivessi a quel rigido inverno. Hanno pregato tutti e promesso qualcosa di importante purché io vivessi: da allora mio fratello è diventato il mio secondo angelo custode. E io, in cambio di tutto questo amore, ho portato vivacità, spontaneità, gioia di vivere, affetto verso tutti. E mio fratello è diventato il mio primo vero amico. Crescendo, nonostante la differenza di età e di carattere, mi parlava delle sue prime cotte e conquiste, cantavamo insieme i canti di Battisti, De Andrè, Leali, Dalla; quando a 14 anni imparai a suonare la chitarra, lui fu il mio primo allievo ed ebbe poi grande successo con le ragazze. È stato lui che mi ha insegnato a ballare, mi portava alle feste e non mi perdeva d’occhio un istante.
Ci ha sempre unito il sogno della fraternità: lui lo ha portato avanti da medico, da sindacalista, da comunista, ovunque, anche nelle feste dell’Unità. Io da insegnante di lettere, da cattolica, da impegnata nel Movimento Gen. E poi ci raccontavamo successi e fallimenti, momenti difficili e luminosi. Noi per primi, fratelli veri uniti da stima e da profondo affetto, sperimentiamo tuttora la bellezza del nostro legame, l’unico rimasto con il nostro passato, un sentiero colorato anche per le nostre rispettive famiglie.