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Cultura > In sala

La bellezza della commedia “nera”

di Mario Dal Bello

- Fonte: Città Nuova

Il regista francese Francois Ozon è in sala con il suo “Mon crime – La colpevole sono io”. Raffinata e godibile black comedy al femminile

commedia nera
Il regista Francois Ozon (Foto di Vianney Le Caer/Invision/AP)

È il film numero ventidue. Ozon gira un film all’anno, ormai, tanto che questa commedia nera ha inaugurato a Roma lo scorso 29 marzo il festival francese Rendez-vous, sponsorizzato da Nanni Moretti.

La storia riecheggia la pièce Mon crime! (1934) di Georges Berr e Louis Verneuil, ma Ozon ci mette del suo cioè lo spiritello razionalista e spiritoso francese che furoreggia in battute al rasoio, colpi di fioretto fra gli interpreti in dialoghi gustosi e un impianto teatrale che non ha mai tempi morti.

La storia. Madeleine – siamo nel 1935 a Parigi – attrice mediocre e squattrinata (Nadia Tereszkiewicz) viene accusata di aver assassinato un grande e grosso produttore che ha cercato di sedurla. Non è vero, ma l’amica del cuore, una giovane avvocatessa disoccupata, Pauline (Rebecca Marder) inscena una commedia giudiziaria sulla (finta) colpevole, e riesce a farla assolvere, recitando la parte della autodifesa con una arringa che conquista il pubblico, manda in frantumi il pubblico accusatore, rende felice il commissario che in genere non ne indovina una (il grande Fabrice Luchini) e suscita la voglia delle donne di uccidere i propri mariti, se possibile. Madeleine ora si gode la vita, baciata dal successo teatrale e mondano, dalle interviste dei media: la vita le è cambiata completamente. Ma la verità viene a galla perché una star del cinema muto, la superba Isabelle Huppert,viene a dire la verità: è stata lei a uccidere il produttore.

Come fare? Le tre donne si mettono d’accordo con una furbata che non riveliamo e nella quale è coinvolto anche l’insipido fidanzato di Madeleine, figlio di un grosso industriale. Insomma, l’intreccio si avviluppa tra umorismo nero e battute graffianti. Caro al femminismo nostrano e francese, il film si gioca con un trio femminile spiazzante in cui le donne fanno la parte delle vincitrici e gli uomini, a dire il vero molto, molto meno. Tutto con gusto spumeggiante.

Il risultato? Il finale aperto lascia prevedere un sequel, se andrà bene al botteghino. Ma intanto un lavoro così raffinato, intelligente e divertente è una delizia di leggerezza, voglia di sorridere con un cast a dir poco prestigioso in ogni sua parte. Ozon ha fatto centro, e non gli deve essere costato troppo, visto il parterre attoriale che ha scelto. Divertiamoci, con finezza, in punta di spillo, almeno una volta.

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