Kenya

I primi tempi del Movimento dei Focolari in Kenya, un religioso e un sacerdote diocesano, l'unità prima di tutto.

L’Ideale di Chiara Lubich ha segnato la mia vita in modo straordinario. Era il giugno del 1964. Ero stato ordinato sacerdote da qualche mese, quando ebbi l’opportunità di visitare una comunità di laici che vivevano insieme e mettevano tutto in comune. La storia di quelle giovani ragazze, che sfidavano le incursioni aeree della Seconda Guerra Mondiale per incontrarsi e leggere il Vangelo nei rifugi aerei, mi affascinò. Mi impegnai a vivere questo Ideale con tutto il mio cuore.

Nel 1973 partì per il Kenya, dove i superiori mi avevano destinato. L’estate precedente partecipai a un incontro di religiosi a Rocca di Papa (Roma). Mentre ero là, un sacerdote diocesano di Padova chiese di parlare con me. Ci incontrammo nel corridoio, perché aveva fretta e doveva entrare in sala, dove l’incontro stava per cominciare. Era Giovanni Dalla Longa, che io sento molto vicino a me in questo momento, perché è deceduto di cancro quasi tre anni fa. Mi disse che stava per recarsi in Kenya e mi diede il suo indirizzo. Ci promettemmo di incontrarci laggiù.

Nel frattempo organizzai il mio piano di viaggio. Sapendo che in Kenya sarebbe stato difficile viaggiare fuori del paese, e avendo il desiderio di conoscere da vicino l’esperienza che i focolarini avevano avviato a Fontem (Camerun) alcuni anni prima, decisi di raggiungere il Kenya attraverso il Camerun. Il primo impatto con il continente africano a Fontem, pieno di incontri provvidenziali con i primi compagni di Chiara, accese un tale fuoco nelle mie vene che io arrivai in Kenya con un grande entusiasmo.

Per amare e fare la volontà di Dio, cominciai a studiare il kiembu, che è la lingua del luogo. Nello stesso tempo pianificai immediatamente la mia prima visita a Njabine, la missione dove Giovanni Dalla Longa stava lavorando. Due mesi dopo il mio arrivo, mi misi in viaggio.

La sua missione non era tanto vicina (300 km) e io non conoscevo il posto dove mi recavo, ma il desiderio di incontrarlo di nuovo mi fece superare tutti gli ostacoli, alle volte con una certa ingenuità. Parecchie le difficoltà: il permesso del mio parroco, alquanto perplesso, e che accettò solo dietro la mia insistenza, le strade in stato disastroso, la segnaletica stradale quasi inesistente…

Tuttavia quello fu il primo di molti viaggi, poiché Giovanni ed io avevamo deciso di incontrarci ogni due mesi, per due o tre giorni, nelle nostre rispettive missioni. Convinti che solo Gesù in mezzo era la garanzia del nostro apostolato, preparavamo i punti centrali delle nostre omelie domenicali insieme, rispettando naturalmente le varie richieste delle comunità a noi affidate.

Mi ricordo molto bene che entrambi, mentre predicavamo, avevamo l’impressione di avere una legione di persone dietro di noi che ci incoraggiavano. Usavamo chiamarlo: l’effetto Gesù in mezzo, qualcosa di simile a ciò che accadde ai due discepoli di Emmaus. Per più di due anni ci sforzammo di vivere in profondità la spiritualità dell’unità tra noi, senza preoccuparci molto dell’estensione rapida del Movimento. Poi tutto sbocciò come per magia.

Nel frattempo, alla fine del 1977 i miei superiori mi chiesero di trasferirmi a Nairobi come formatore e professore nel nostro seminario della Consolata, a Langata. Come tenere i contatti con i molti gruppi di ragazzi e ragazze gen che stavano fiorendo in molte scuole secondarie del paese? Dopo un ritiro che avevamo preparato in modo originale (ispirato da Gesù in mezzo) per le scuole secondarie che si trovavano nel territorio delle nostre rispettive missioni, erano nati infatti numerosi gruppi di gen, non soltanto là ma anche nelle altre scuole dove i gen venivano provvidenzialmente trasferiti.

Giovanni e io avevamo una unica possibilità: dare loro il nostro tempo libero, approfittando del nostro giorno libero. Concordammo che il lunedì doveva essere il nostro giorno libero comune e lottammo con tutti i mezzi per preservarlo da impegni pastorali o accademici. Insieme o da soli, ogni lunedì, eravamo sempre occupati a fare visite o incontri. Quanti viaggi! Quanti chilometri! 

Il 15 settembre 1980 fu aperto il focolare maschile a Nairobi e nel dicembre dello stesso anno fu organizzata la prima Mariapoli, a Mangu High School. Nell’aprile del 1982 arrivò in Kenya Leo van de Weijer cmm con il quale animavamo gli incontri per i religiosi interessati al Movimento. Vari incontri furono organizzati all’Hekima College dei Gesuiti, aperto a seminaristi e giovani religiosi.

Negli anni 1988, 1990, 1993 e 1995 furono tenuti incontri di formazione per i religiosi dell’Africa orientale (Uganda, Tanzania, Sudan, Zambia, Malawi, Mozambique, Madagascar, Ruanda, Burundi, Goma, Kenya).

Gli incontri si tenevano presso le suore Dimesse (“Dimesse centre”) e le Carmelitane (“Carmelite centre”). John Olsen cmm arrivò in Kenya nel 1998. Ora potevamo formare una segreteria per tenere i contatti con tutti i religiosi del Movimento, alla quale partecipava anche Jos van Boxel m.afr. che viveva in Tanzania. L’incontro si faceva ogni volta che era possibile.

Nel 2001 nella Mariapoli Piero organizzammo per la prima volta un incontro di formazione che fu particolare per i giovani religiosi di sette congregazioni e nel quale elaborammo un programma per i tre anni successivi.

Nel 2002 ci fu un altro incontro in Uganda, nel 2003 in Tanzania e nel 2004 di nuovo a Nairobi con la presenza attiva di un gruppo di giovani religiosi.

Nel 2005, cominciammo gli incontri mensili a Nairobi (“Depaul centre”) per i religiosi dellacittà. Augustinus Wehrmeier ofm cap. arrivò a Nairobi nell’agosto del 2006 ed entrò anche lui nella segreteria che ha preparato l’incontro panafricano dei religiosi.

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