Un quinto contingente di agenti di polizia keniota è arrivato in dicembre a Port-au-Prince per rafforzare la missione internazionale incaricata di combattere le gang ad Haiti. Si tratta di 230 agenti che si uniscono agli oltre 700 kenioti già schierati nel Paese, insieme ai loro colleghi provenienti da Giamaica, Guatemala ed El Salvador.
I quasi mille agenti africani rappresentano il dispiegamento più numeroso dopo l’ultimo rinforzo della forza di polizia avvenuto nel febbraio di quest’anno.
Questo arrivo avviene in un contesto di persistente violenza e dell’ampliamento del mandato della forza multinazionale, approvato dalle Nazioni Unite il 3 ottobre 2025. Alla fine di settembre, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite aveva approvato la trasformazione della missione esistente in una più ampia “Forza di repressione delle gang”, poiché il numero di agenti schierati era rimasto inferiore a 1.000 rispetto ai 2.500 previsti. La nuova struttura è autorizzata a schierare fino a 5.500 agenti, ma il personale tarda ad arrivare.
Accogliendo gli ufficiali del nuovo contingente, il comandante della Forza anti-gang, Godfrey Otunge, ha affermato che le operazioni condotte negli ultimi mesi hanno prodotto progressi significativi contro i gruppi armati. «Non ci fermeremo finché il nostro obiettivo comune non sarà raggiunto: una Haiti sicura, in grado di tenere elezioni nazionali libere, eque e credibili». Il comandante ha assicurato che non verrà concesso alcun rifugio sicuro ai leader delle gang e che la missione continuerà i suoi sforzi fino al ripristino della sicurezza e dell’autorità statale.
Ma c’è ancora molta strada da fare prima che questo diventi realtà. La situazione sul campo è piuttosto difficile. Infatti, nonostante l’arrivo di rinforzi e timidi segnali di progresso politico, le gang controllano ancora ampie fasce di territorio, e le infrastrutture pubbliche rimangono fragili. Le gang haitiane, in gran parte unite in un’alleanza nota come Viv Ansanm, sono accusate di massacri, stupri di gruppo, estorsioni e incendi dolosi in un conflitto diffuso che ha costretto circa 1,4 milioni di persone a fuggire dalle proprie case.
«Viv Ansanm – affermava un comunicato Ansa del maggio scorso – è una coalizione di gang nata a settembre del 2023 dall’alleanza tra le due principali fazioni operanti a Port-au-Prince (G-9 e G-Pép) e comandata dall’ex ufficiale di polizia Jimmy Cherizier, anche conosciuto come Barbacue». Lo stesso comunicato Ansa aggiungeva inoltre: «Gran Grif è invece la principale gang che opera nel dipartimento di Artibonite, una regione che ospita gran parte delle risaie del Paese, ed è considerata responsabile dell’80% delle morti civili segnalate nell’area e di diversi attacchi alla Polizia nazionale haitiana e alla Missione Multinazionale di Supporto alla Sicurezza (Mss) autorizzata dalle Nazioni Unite».
Il Kenya rimane di gran lunga il maggiore fornitore di agenti di sicurezza. I contributi forniti da Giamaica, Bahamas, Belize, Guatemala ed El Salvador sono considerati minimi.
Gli Stati Uniti hanno dichiarato di aver stanziato oltre 1 miliardo di dollari a sostegno della Missione Multinazionale di Haiti: per logistica, pasti, alloggi, manutenzione dei veicoli e assistenza medica. Tuttavia, Washington ha finora concretamente trasferito solo 15 milioni di dollari al Fondo fiduciario delle Nazioni Unite dedicato alla missione, ben al di sotto del contributo fornito dal Canada, che ha messo a disposizione circa 63 milioni di dollari.
Con i 113 milioni di dollari complessivamente versati fino ad ora, il Fondo Onu rimane ben al di sotto della dotazione di 800 milioni di dollari stimati come annualmente necessari per il mantenimento della “Forza di repressione delle gang” decisa dall’Onu a settembre 2025.