Isolotti, cannonieri e mostri volanti

C’è una vignetta americana diventata famosa in rete: mostra due isolotti fortificati, a breve distanza l’uno dall’altro, che si combattono aspramente sparandosi proiettili di cannone dall’alto delle torri merlate. Il primo isolotto ha come fondamento Evoluzione, il secondo Creazione. La prima fortificazione sventola la bandiera dell’Umanesimo e tanti palloncini che proclamano Aborto, Eutanasia, Distruzione della famiglia, Pornografia… La seconda fortificazione sventola la bandiera della Cristianità. Osservando con attenzione la vignetta, è facile accorgersi che mentre tra i cannonieri cristiani c’è chi spara con qualche successo ai palloncini avversari, chi dorme e chi addirittura mira alla propria bandiera, i cannonieri dell’altra sponda sono tutti concentrati su un unico obiettivo, demolire le fondamenta dell’isolotto avversario. Come andrà a finire lo scontro è quindi facilmente prevedibile: la cristianità ha ormai torri diroccate e cannonieri distratti, mentre l’umanesimo ha solo perso qualche palloncino di minore importanza. La vignetta è stata disegnata dai cosiddetti creazionisti americani che sostengono che le parole della Bibbia vanno prese alla lettera e che è possibile dimostrare l’esistenza di un disegno intelligente nell’universo anche con i metodi dell’indagine scientifica. Nella loro visione il processo di secolarizzazione, con il conseguente imbarbarimento dei costumi, è un fiume in piena che può essere arrestato solo se i cristiani si svegliano e ritornano ai fondamenti della fede. Poco tempo fa hanno subito una bruciante sconfitta quando un giudice americano ha stabilito che il creazionismo non può essere insegnato a scuola nei corsi di scienze come alternativa alla teoria dell’evoluzione. Mostro di spaghetti volante Dall’altra parte della barricata, per meglio mostrare ai credenti l’idiozia della loro posizione, qualcuno ha pensato di dimostrare come è facile creare una nuova religione e trovare adepti. Si chiama pastafarianesimo perché ha a che fare con la pasta, anzi per la precisione con gli spaghetti. Il dio di questa nuova religione, infatti, è una specie di mostro volante composto da un groviglio di spaghetti tentacolari, due polpette, due occhi e la capacità di volare. I membri di questa parodia di culto sostengono di essere stati toccati da Sua Spaghettosa Appendice e pregano il loro Signore Pastoso. Su Wikipedia, l’enciclopedia di Internet, il pastafarianesimo ha una sua pagina di descrizione, così come le altre religioni tradizionali. Nel partito del fondamentalismo laico e scientifico, la punta avanzata oggi sono i filosofi della scienza. In questi ultimi anni, infatti, assistiamo ad un’alluvione di libri che dimostrano, sulla base del metodo scientifico, la stupidità dei credenti, insieme all’irrazionalità e pericolosità di tutte le religioni. C’è chi lo fa con parole misurate e convincenti, chi con disprezzo e violenza. L’obiettivo è spiegare la credenza come un fenomeno naturale, inevitabile nella storia evolutiva dell’umanità, ma che si può e si deve curare come qualsiasi altra malattia o patologia sociale. Secondo i brillanti, così si autodefiniscono, per contrastare gli effetti deleteri dell’indottrinamento religioso e la rinascente marea degli oscurantismi, il solo rimedio possibile è la scienza, antidoto efficace contro qualsiasi intossicazione da credenze soprannaturali. Il nemico principale di questa crociata alla rovescia è naturalmente la Chiesa cattolica, unica autorità morale rimasta a livello mondiale che osa dire dei no alla scienza. Alleati sono invece spesso i media e gli organismi nazionali e internazionali. Nonne Lo scontro tra credenti e non credenti, con o senza vignette, è vecchio come l’umanità; in questo senso non c’è niente di nuovo sotto il sole, e tanto vale rassegnarsi. Eppure l’impressione è che le due visioni del mondo, laico-scientifica e religiosa, dovranno rasse- gnarsi a convivere, anzi sempre più a dialogare e compenetrarsi, in quanto sono entrambe costitutive dell’uomo di oggi e si completano a vicenda. Ho usato volutamente il termine compenetrarsi perché ritengo che la strada giusta non sia quella di ridurre una visione all’altra, di farne sparire una insomma, come vorrebbero i fondamentalisti di tutti i tipi. La storia ce l’ha già insegnato: ogni volta che si tenta di ridurre l’uomo a una sola delle sue dimensioni si creano disastri, si sparge infelicità. Né serve naturalmente fare un minestrone pseudoscientifico o pseudoreligioso. Per aiutare l’umanità oggi servono invece persone sagge che sappiano essere ponte tra le due visioni, pur mantenendo la distinzione degli ambiti. Per fortuna di persone che sanno comprendere e rispettare le ragioni dell’altro, che si sforzano di ricondurre a unità i saperi, ce ne sono tante, non solo tra i filosofi, i teologi e gli scienziati, ma anche tra la gente comune. Persone capaci di attuare questa ricomposizione con la propria vita, prima ancora che col proprio pensiero. Tempo fa leggevo lo scritto di un famoso filosofo della scienza italiano che interveniva nel dibattito in corso su scienza e fede. Alla fine del suo intervento, il filosofo considerava, pensoso, il cammino enorme fatto dall’umanità in pochi decenni per giungere fino alle certezze e alla chiarezza della scienza di oggi. Cammino che per lui era iniziato da bambino con le favole della nonna che ancora credeva in un Dio personale, un Dio amore che vegliava sulle disavventure degli uomini. Povera nonna, così bistrattata. Eppure ha saputo tirare su un uomo. Chissà, forse in questo momento lei guarda dal cielo con amore e pazienza suo nipote, così intelligente e così indaffarato a studiare il groviglio incomprensibile di nodi e fili intrecciati dell’universo. Così indaffarato che non sa o non vuole voltare il ricamo dalla parte giusta, per osservare e ammirare il meraviglioso disegno che lo compone.

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