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Irma Testa, dalle strade di Torre Annunziata al tetto del mondo

di Noemi Di Benedetto

- Fonte: Città Nuova

La pugile napoletana classe 1997 scrive un’altra pagina di storia per la boxe italiana, diventando la prima del nostro Paese a vincere una medaglia iridata ai Mondiali

Irma Testa
Irma Testa, in rosso, abbraccia, dopo averla sconfitta, Karina Ibragimova del Kazakistan, in blu, nelle finali della categoria elite femminile 54-57kg piuma agli IBA Women\’s World Boxing Championships 2023, a New Delhi , India, sabato 25 marzo 2023. (AP Photo/Manish Swarup) Associated Press/LaPresse

Irma Testa, oggi pugile da record per la boxe azzurra e sul tetto del mondo dallo scorso sabato con la vittoria ai Mondiali di pugilato femminile a Nuova Delhi, non ha sempre avuto una vita facile. Nata a cresciuta a Torre Annunziata, in una zona a rischio del capoluogo partenopeo, la sua carriera non è mai stata né semplice né tantomeno scontata. Come lei stessa ha spesso affermato, infatti, chi cresce in questi luoghi non sempre riesce a scegliere la giusta strada da percorrere.

«Ho iniziato a 12 anni – ricorda la giovane atleta –, a Torre Annunziata non ci sono tante possibilità per i giovani. O vieni da una famiglia perbene e benestante, che ti fa studiare, ma se hai i genitori assenti perché devono lavorare dalla mattina alla sera è difficile prendere strade che ti portino lontano».

La pugile 25enne però, per fortuna, è riuscita ad imboccare una strada che l’ha già portata molto lontana. Se questo è accaduto, è grazie al suo maestro Lucio Zurlo che ha deciso di ospitarla nella sua palestra: non perché avesse visto la stoffa della campionessa, ma per darle la possibilità di scegliere un’altra strada, forse meno semplice ma più giusta. Così come faceva con i tanti ragazzi della Provolera che portava nella sua Boxe Vesuviana.

«L’ho conosciuto che avevo 12 anni – dice la pugile parlando del suo maestro –. Era più di un allenatore, una di quelle persone che cammina per strada e prende i ragazzi più “scostumati”, che non vanno a scuola, che fanno le marachelle e li portava in palestra. Fa ancora così. Loro lo seguono per divertimento, qualcuno ci resta e diventa un campione, qualcuno ci resta e non diventa un campione, ma comunque ha una motivazione perché si allena per obiettivi. Lo scopo è quello di toglierli dalla strada e da tutti i problemi che la strada comporta».

 

Dalle prime vittorie a Rio 2016

La giovane Irma, però, non solo è riuscita a scegliere la giusta strada, ma allenandosi su quel ring è riuscita a diventare ben presto una vera fuoriclasse. A soli 14 anni viene convocata in Nazionale e si trasferisce ad Assisi. Da quel momento iniziano tutta una sfilza di vittorie che la porteranno fino ai Giochi Olimpici. Nel 2012 vince, infatti, il Campionato italiano juniores nella 50 kg e la medaglia di bronzo al Campionato europeo junior Eubc di Władysławowo, in Polonia. Nel 2013 vince la medaglia d’argento ai Campionati dell’Unione europea di Keszthely, in Ungheria e al Campionato mondiale giovanile categoria 52 kg Junior ad Albena, in Bulgaria. Nel 2014 sempre in Bulgaria, a Sofia, vince la medaglia d’argento ai Campionati mondiali di pugilato dilettanti Youth 2014. Nello stesso anno, ad Assisi, vince la medaglia d’oro nella categoria 54 kg allo European Women’s Youth Continental Championships, risultato che le vale la qualificazione per i Giochi olimpici giovanili di Nanchino 2014, dove si aggiudica la medaglia d’argento nella categoria 51 kg. Nel marzo 2015 vince la Queen’s Women’s Youth Cup di Stralsund in Germania e a maggio la medaglia d’oro al Campionato mondiale giovanile di Taiwan.

Nell’aprile 2016 arriva la qualificazione alle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016, e Irma scrive la storia del suo sport diventando la prima pugile italiana a disputare i Giochi olimpici.

 

Dal buio della sconfitta al riscatto

Al suo debutto olimpico, però, l’azzurra non riesce ad andare oltre i quarti di finale, dove viene sconfitta dalla campionessa mondiale e futura campionessa olimpica dei pesi leggeri Estelle Mossely. Da qui inizia un periodo molto buio per la pugile che, nonostante il bronzo ai Campionati dell’Unione europea di Cascia 2017 e l’oro ai Campionati europei di Alcobendas 2019, sembra non riuscire a risollevarsi dopo la sconfitta a Rio.

«Quella disfatta mi ha fatto quasi abbandonare il pugilato» affermerà più tardi la campionessa, ma la butterfly azzurra, come è soprannominata Irma per la sua agilità, riesce ad uscire vincitrice da questo periodo conquistando una storica medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Tokyo 2020.

La medaglia a Tokyo diventa per l’azzurra una nuova rinascita, tanto dal punto di vista personale (riesce a fare coming out) che da quello atletico (torna a vincere): l’oro ai Campionati europei di Budua 2022 e l’argento ai Campionati mondiali di Istanbul 2022, prima della vittoria, lo scorso sabato, dei Mondiali di Nuova Delhi, quando ha scritto una nuova pagina di storia per la boxe azzurra.

Adesso, rimane un sogno nel cassetto di Irma Testa: l’oro alle Olimpiadi che la napoletana proverà a vincere a Parigi con «la determinazione, il duro lavoro e la cazzimma che, da buona napoletana porto, sempre con me».

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