Instancabile Cunningham

D’inesauribile creatività, Merce Cunningham – classe 1919 – ha esplorato da sempre il movimento puro nelle sue infinite possibilità combinatorie nello spazio. Maestro incomparabile dell’astrattismo coreografico, che non “racconta” ma mette in scena la danza come essenza autonoma e cangiante, l’instancabile americano ha fatto tappa al Romaeuropa Festival con la sua prestigiosa Dance Company festeggiata per i cinquant’anni di attività. Tre le coreografie, ognuna rappresentativa di un decennio. A cominciare da Pictures dell’84: una celebrazione dell’equilibrio, non solo rituale, ma spirituale dentro un pulsante ordine universale. Pond Way è uno degli “studi di natura” del ’98 dove Cunningham scorgeva negli stagni forme di ispirazione: “paludi, ninfee, un paradiso per gli uccelli, infiniti strati di diverse attività”. E a degli uccelli acquatici rimandano i danzatori, che si muovono in una dimensione terrestre (sulla musica di Brian Eno e le scene coi tipici modelli a punti di Roy Lichtenstein) dalla quale aspirano a staccarsi per tornare a volare. Bellezza e semplicità di forme sempre nuove ritroviamo ancora in Fluid Canvas (del 2002): un fluido comporsi che nasce dalla casualità apparente di una reazione a catena dei movimenti, quasi un impulso interiore che lega i sedici danzatori. Lasciandoci con un senso di stupore annegati in una musica lontana.

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