“Insieme” ed “Europa”

Sta per aver luogo a Bruxelles un avvenimento poco strombazzato sui media europei, ma di altissimo valore profetico: si tratta della terza edizione di “Insieme per l’Europa”.
Richard Sennett

A volte nelle letture si creano connubi originali. Nulla sembra, ad esempio, congiungere il libro di un sociologo che insegna tra Londra e New York – Richard Sennett, Insieme, con sottotitolo: “Rituali, piaceri, politiche della collaborazione” (Feltrinelli) – e quello di una delle più fini teste pensanti del XX secolo – María Zambrano, L’agonia dell’Europa (Marsilio), edito per la prima volta nel 1988 –. Ma il librone di Sennett e il libricino della Zambrano mi paiono, congiuntamente, di grande attualità, nel momento in cui sta per aver luogo un avvenimento poco strombazzato sui media europei, ma di altissimo valore profetico, che si tiene a Bruxelles: si tratta della terza edizione di “Insieme per l’Europa”, dopo la prima edizione del 2004 e la seconda del 2007, entrambe tenutesi a Stoccarda, in Württemberg. L’intuizione, folgorante, fu di Chiara Lubich, subito assistita nella sua “fretta fondatrice” dai leader di vari movimenti e comunità, dai tedeschi Nicklas, Pross e Römer, agli italiani Riccardi e Martinez, al francese Testard, oltre a numerosi politici tra cui l’italiano Prodi e il francese Barrot.
 
Sennett cerca di argomentare in più di 300 pagine la sua tesi: “Insieme”, cioè collaborare alla vita della comunità, grande o piccola che sia, non solo porta vantaggi personali e crea riti che danno sicurezza, ma è anche una forza che genera politiche adeguate per la coesione sociale. Nell’Europa incompiuta di questi anni iniziali del Terzo millennio (vedi l’articolo di Pasquale Ferrara "L'Unione incompiuta"), la virtù che ci difetta è proprio quella della collaborazione, del lavorare congiuntamente a quel bene comune che è l’Unione europea. C’è bisogno di “insieme”.
La Zambrano, invece, si china al capezzale di un continente reduce dal Secondo conflitto mondiale, registrando il fallimento della «splendente Europa» per via dello «scatenato culto del successo» e della perdita «dell’eroico idealismo». Costatando come «l’esaltazione cristiana della persona umana al più alto rango» fosse stata occultata «sotto la superbia». La crisi culturale ed etica dell’oggi europeo sembra sia proprio dovuta alla superbia dei popoli e degli Stati, incapaci di identificare e servire il bene comune, anche se a tutti converrebbe stringersi “insieme”.
 
E allora non possiamo non consigliarvi con passione di seguire “Insieme per l’Europa 3”, dal vivo in una delle 140 città europee oppure online (verrà trasmesso anche via Internet all’indirizzo www.together4europe.org/it/), perché nella grande assemblea in Belgio agirà un concentrato di quella forza vitale, dovuta alla collaborazione tra centinaia di movimenti e comunità cristiane, che può ridare fiato a un’Europa ridotta troppo spesso a tecnocrazia o a standardizzazione delle pratiche e delle tradizioni dei singoli Paesi. Serve il perduto idealismo rimpianto dalla Zambrano, serve sminuire gli egoismi personali e statali, come predica Sennett, per ridare fiato al progetto di un’Europa più solidale, più coesa, più efficace. Serve una forza spirituale per rinvigorire la politica e la vita sociale ormai asfittiche d’ideali.

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