Indiana Jones, l’ultima avventura

Esce Indiana Jones e il Quadrante del destino. Nostalgia e ironia nella nuova storia dell’archeologo catapultato tra passato e futuro
Indiana Jones
Harrison Ford e Phoebe Waller-Bridge alla prima del film Indiana Jones a Londra. (Scott Garfitt/Invision/AP)

Harrison Ford ha 80 anni e per quanto ringiovanito grazie a “pezzi” scartati di film del passato all’inizio dell’avventura (il 1944), poi li fa vedere, senza paura e con una smorfia ironica. Già, perché il professor Indiana Jones va in pensione, salutato dai colleghi e mal sopportato dai nuovi studenti a cui di archeologia interessa ben poco. Solitudine, la moglie Marion lo ha lasciato dopo la morte del figlio, morto anche l’amico di sempre Basil Shaw e il cappello appeso al chiodo con la frusta.

Che fare? La vita ricomincia però con l’arrivo della figlioccia Helena, figlia di Basil, intelligente, coltissima, ladra e avventurosa come Indiana e in più accompagnata da un ragazzino egiziano furbo almeno quanto lei. La storia si ravviva. Lei è in cerca della seconda parte del prezioso Quadrante inventato da Archimede che permette impensabili viaggi nel tempo e può cambiare il destino della storia. Ma non è sola. Uno scienziato celeberrimo, Smith, che ha aiutato gli americani a raggiungere la luna, lo cerca disperatamente: in realtà è un nazista già incontrato da Indiana e che ora, americanizzato, nutre il sogno di tornare al 1939 e di sostituire Hitler nel dirigere la guerra verso la vittoria. Che ne penseranno i tedeschi di questo continuo rivangare le follie naziste? Agli americani comunque non interessa.

Indiana si lancia e con battute spiritose sia su sé stesso che sui film del passato, si concede il gusto dell’avventura con quel che comporta: lotte in cielo terra e mare, pesci-serpenti, duelli in cima ad un treno in corsa, sparatorie e galoppate (dello stesso Ford e controfigure), dagli Usa all’Egitto (dove ritrova un vecchio amico), dall’Egeo alla Sicilia (l’Orecchio di Dioniso e Segesta bellissima, e il solito cliché dei siciliani con la coppola e le processioni) per finire per sbaglio non nel 1939 ma nel 213 a.C., nell’antichità, al tempo dell’assedio dei Romani a Siracusa. Specchi ustori e aerei che agli antichi sembrano mostri e poi l’incontro con Archimede che Indiana non vorrebbe più lasciare per morire qui nel mondo antico…

Poi la storia cambia e il finale è a sorpresa.

Citazioni del passato, simpaticissime, ironia da parte di tutti i personaggi un po’ sopra le righe, e tenera nostalgia anche da parte di Ford per quello che fu e che ritornerà ancora, ma solo sullo schermo. Se ritornerà, perché non si sa.

Gran bel film d’avventura, malinconico in certi momenti e vero, con figure gioiose come il ragazzino egiziano che sa guidare macchine e aerei ovviamente senza patente, e poi la simpatica-antipatica figlioccia guastafeste ma in fondo buona e il terribile cattivo destinato a finir male (magari a risorgere in un altro film?).

Indiana Jones andrà definitivamente in pensione? In tempi di vecchiaia lunghissima, chissà se la Disney ci proverà ancora. Lui, Ford, ha affermato di aver chiuso con Indiana (vero?), ma intanto la Palma d’onore se l’è meritata, con relativa sua sorpresa, a Cannes.

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