L’ultima fatica di Woody Allen è una commedia triste e amara di tradimenti, raggiri e miserie umane, dove quasi tutti, a prescindere dall’età e dalla condizione sociale, tradiscono, mentono e ingannano. Tutto in linea con il pessimismo metafisico che per il settantacinquenne regista newyorkese rappresenta il senso (o non senso) della vita, ma stavolta senza la proverbiale ironia a rendere il suo cinismo cosmico più tollerabile.

Se il film non difetta di classe, ritmo e senso della messa in scena (quasi cinquant’anni dietro la macchina da presa si vedono), rimane però in gran parte irrisolto, inerte e senza spunti significativi. Soprattutto per una scrittura capace di disegnare personaggi efficaci senza riuscire, però, a dargli un’anima e una vera storia.  

 

 

Valutazione della Commissione nazionale film: complesso, problematico.