Incontrare, ascoltare e poi parlare

Papa Francesco riceve in Udienza le Associazioni del Copercom in occasione del 25° anniversario di fondazione del Coordinamento delle Associazioni per la Comunicazione e raccomanda anzitutto l’incontro con l’altro: «Se non c’è l’incontro, non c’è comunicazione».

«I processi comunicativi cambiano continuamente e velocemente e questo richiede un “di più” di progettualità e visione». Afferma papa Francesco ricevendo in udienza privata il 31 ottobre nella Sala Clementina del Palazzo apostolico i rappresentanti delle associazioni aderenti al Copercom, in occasione del 25° di fondazione del Coordinamento delle Associazioni per la Comunicazione.

Dopo anni di esperienza di questo organismo voluto dalla CEI per creare sinergia tra le associazioni che operano nel campo dei media, l’evento pare segnare un traguardo e al contempo un nuovo inizio. Il presidente Stefano Di Battista nel saluto iniziale rilancia la vision espressa nello Statuto del Coordinamento, «di fronte alle problematiche socioculturali e educative, il Copercom vede nella comunicazione sociale una risorsa significativa per un processo di umanizzazione e di costruzione di una comunità di persone, solidali e dialogiche».

Sottolinea anche la necessità di riformulare il proprio mandato in un panorama radicalmente cambiato e una complessità di sfide che richiedono anche una nuova progettualità. «Servono idee nuove e programmi conseguenti – ha detto Di Battista – serve la capacità di progettare e coinvolgere, ripensandoci non come soggetti autosufficienti, ma partecipi di un’intenzione più ampia».

Sono presenti all’incontro Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei, Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, Vincenzo Morgante, direttore di Tv2000 ed InBlu2000, Amerigo Vecchiarelli, direttore dell’Agenzia d’informazione Sir, i tre 3 ex presidenti del Copercom: Franco Mugerli, Domenico Delle Foglie e Massimiliano Padula, oltre a circa un centinaio di partecipanti tra presidenti e delegati delle 29 associazioni aderenti.

C’è attesa da parte di tutti e gratitudine per l’intuizione del senatore Enea Piccinelli che 25 anni fa fondò il Coordinamento per promuovere attraverso i mezzi di comunicazione sociale i diritti della persona e della famiglia con un’azione integrata e condivisa tra le realtà associative basata sulla comune ispirazione cristiana e sui principi della Carta Costituzionale.

Il discorso programmatico di Papa Francesco pone tre obiettivi: il primo è di tipo istituzionale ed è: coordinamento. «Essa non è un’attività semplice, afferma il Papa, richiede pazienza, visione, unità d’intenti e, soprattutto, la valorizzazione delle singole identità associative, che vanno poste a servizio dell’insieme». Occorre mettere a frutto i rispettivi talenti a servizio di tutti ed essere pronti a intraprendere strade diverse e innovative.

Il secondo obiettivo è: cambiamento. In un periodo come quello attuale, in cui le innovazioni tecnologiche accelerano i processi e i passaggi generazionali, «non bisogna temere di lasciarsi interpellare dalle sfide e dalle opportunità che il tempo presente propone». Ma divenire esperti di cambiamento. Ciò richiede una buona capacità educativa e formativa per stabilire con le nuove generazioni contatti significativi. È importante non seguire le mode ma sviluppare «un atteggiamento di stupore di fronte a ciò che non muta eppure è sempre nuovo; stupore che è l’antidoto contro l’abitudine ripetitiva e l’autoreferenzialità». Fa cambiare e camminare.

Il terzo obiettivo è un ‘trittico’, una sorta di abc del buon comunicatore: incontro, ascolto e parola. Occorre sincerità per incontrare l’altro aprendo il proprio cuore e poi ascoltare. «Molto spesso ci accostiamo agli altri con le nostre convinzioni, fatte di idee preconfezionate e rischiamo di rimanere impermeabili alla realtà di chi abbiamo di fronte. Invece, si tratta di imparare a fare silenzio, prima di tutto dentro di sé e rispettare l’altro: perché ogni persona è un mistero. E questo è presupposto perché ci sia un dialogo vero. Solo dopo arriva la parola».

La comunicazione si basa su questa dinamica: incontrare, ascoltare e poi parlare, ed è efficace secondo papa Francesco se pone «l’attenzione ai sostantivi, cioè alle persone, più che agli aggettivi che distraggono. Noi siamo in una cultura che è caduta nell’aggettivismo, tutto si aggettiva, e quando si aggettiva si perde la sostanzialità della cosa».

Per concludere, l’invito a portare uno specifico contributo al percorso sinodale: «Come associazioni nazionali siete luoghi in cui ogni giorno concetti e teorie si misurano con la fatica e la speranza delle donne e degli uomini. Questa fraternità di vita può aprire una finestra importante in un tempo di grandi conflittualità. Possiate essere, nel vostro impegno quotidiano, testimoni e tessitori di comunione».

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