Inclassificabili!

A proposito dell’editoriale che sottolineava come i cristiani siano difficilmente inquadrabili (se sono tali). La risposta del direttore
cristiani in Armenia

«Caro direttore, ancora una volta con il tuo editoriale sul numero del 25 settembre della rivista, pubblicato anche sul sito, hai fatto centro! È proprio vero: noi cristiani non possiamo “accasarci” dentro nessuna ideologia e nessun “ismo” di questa frammentatissima società odierna.

 

«Quindi è vero quello che Qualcuno ha pronosticato per i suoi seguaci: “Voi siete nel mondo, ma non siete del mondo”! Ci sentiamo stretti in qualsiasi gruppo, partito, conventicola, perché abbiamo bisogno di respirare infinito ed eternità.

«Però come tu dici, non dobbiamo aver paura di “sporcarci le mani” con la nostra gente. Popolo vero, però, non “padano” che è un falso storico e culturale. Grazie».

Salvatore Pandolfo – Genova

 

Caro Pandolfo, grazie della sua lettera e dell’apprezzamento per un editoriale che, come al solito, non è solo frutto della penna di un autore, ma della condivisione con i redattori e con i collaboratori di Città Nuova. Ci tengo a sottolineare quest’aspetto, perché risulti chiaro come il contributo di diverse menti e di diversi cuori, «uniti nel suo nome», sia immensamente superiore a quello che può venire da una mente pur intelligentissima e geniale.

 

È questa la principale caratteristica distintiva dei cristiani, se anche nel suo testamento Gesù ha voluto indicare l’unità dei suoi, unità che ha come modello lo stesso rapporto trinitario. Se i cristiani sono così, cioè testimoni del suo amore condiviso, ecco che risultano segno di contraddizione, lievito nella pasta, sale della terra, agnelli in mezzo ai lupi, ingenui come colombe e furbi come serpenti. Cioè inclassificabili, perché tra di loro c’è il Maestro, c’è lo Spirito.

 

Se i cristiani, invece, non riescono a raggiungere questa unità, sono un gruppo sociale come altri (un serbatoio di voti), sono divisi in fazioni (partiti e partitucoli), sono poco influenti (perché spesso non sanno essere maliziosi come gli altri).

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