Il Molise ha accolto a Termoli, dal 21 al 23 novembre e poi dal 6 e 8 dicembre, Nasri Kumsieh – architetto e urbanista attualmente in pensione di Beit Sahour, cittadina della provincia di Betlemme, in Terra Santa – che ha in programma un viaggio i altri comuni del Basso Molise, Ururi, Larino e Colletorto, e sarà, infine, a Campobasso il 13 e 14 Dicembre.
Beit Sahour, nome della città dove vive Nasri Kumsieh, significa letteralmente “campo dei pastori” perché, secondo la narrazione del Vangelo, in quel luogo si trovavano alcuni pastori con il loro gregge quando un angelo annunciò loro che poco lontano, a Betlemme, era nato un bambino che sarebbe stato il Salvatore e che lo avrebbero trovato in una mangiatoia. In quella terra, quindi, nacque il cristianesimo duemila anni fa e i cristiani di queste città si sentono figli e custodi di questa storia e appartenenti ad una comunità – quella cristiana palestinese – che oggi viene spesso dimenticata e vive in una situazione di forte crisi.
Prima tappa di questo incontro è stata una serata aperta alla cittadinanza dal titolo “Un ponte di solidarietà con la Palestina” che si è tenuta venerdì 21 novembre in una sala conferenze a Termoli, organizzata dal Movimento dei Focolari Italia e dal Movimento Umanità Nuova, che è la sua espressione nel mondo del lavoro e del sociale.
Nasri Kumsieh, laureato in architettura all’Università di Milano e poi specializzato in urbanistica all’Università di Venezia, ha risposto alle domande, che gli sono state rivolte dall’interlocutore e da un attento pubblico in sala, toccando molte tematiche, a partire dalla sua esperienza personale. Ha illustrato le condizioni della vita di ogni giorno delle persone, delle famiglie e dei lavoratori in Terra Santa e ha evidenziato che, sempre più, tante famiglie lasciano il territorio palestinese per emigrare, spinte dalle condizioni di vita, rese sempre più difficili soprattutto a causa dell’attuale conflitto e aggravate dal mancato riconoscimento dello stato palestinese da parte di diversi Paesi stranieri. A causa di questa emigrazione, la stessa comunità cristiana si è molto ridotta, arrivando a rappresentare attualmente soltanto l’1% della popolazione e rischiando di scomparire proprio dai luoghi dove nacque Gesù.
Nasri Kumsieh ha anche illustrato il forte legame – storico, culturale, religioso – che unisce i due popoli, palestinese e italiano, testimoniato anche dagli 82 gemellaggi che i comuni di Beit Sahour e di Betlemme hanno instaurato con altrettanti comuni italiani e che sono molto importanti per poter consentire scambi culturali, artistici, di studio e di formazione, soprattutto per i giovani.
La sua presenza in Italia nasce da un progetto di solidarietà che parte dalla chiamata a vivere il messaggio evangelico: dagli anni della pandemia, tutta l’economia della provincia di Betlemme – che ruotava attorno al turismo ed ai pellegrinaggi in Terra Santa – è entrata in forte crisi, aggravandosi dopo il 7 ottobre 2023, per cui Nasri Kumsieh ha avvertito che era necessario rinunciare alla sua condizione di benessere, personale e familiare, per aiutare un’economia e tante famiglie che “stanno morendo”.
Quindi, dato che “i pellegrini non arrivano più in Terra Santa”, ha deciso di portare in Italia i prodotti in legno di ulivo degli artigiani della provincia di Betlemme, per esporli in offerta al pubblico. La gente del Molise sta rispondendo con generosità, mostrando di accogliere questa richiesta di aiuto che arriva da un popolo fratello e da una terra alla quale ci sentiamo uniti da legami secolari.