In dialogo

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BUDDHISMO

Forum mondiale

 

«Le due rive dello Stretto di Taiwan appartengono alla stessa famiglia».  Un’affermazione a effetto, soprattutto nell’apparente situazione di stallo fra Cina e Taiwan che si protrae da decenni. È la dichiarazione di un monaco buddhista, al termine del secondo Forum mondiale buddhista, tenutosi in Cina dal 28 marzo all’1 aprile. Il primo convegno di questo tipo, tenutosi tre anni fa nella città di Hangzhou, aveva rappresentato anche la prima grande conferenza religiosa nella Cina Popolare dalla rivoluzione del 1949. Vi avevano partecipato mille rappresentanti di 37 nazioni che si erano confrontati su “Un mondo armonioso comincia da un cuore nuovo”.

Il Forum di quest’anno, inaugurato a Wuxi, si è concluso a Taiwan, gettando così un ponte fra le due “Cine”. Un atto che ha dato visibilità al tema scelto: “Un mondo armonioso, una sinergia di condizioni d’unità”. Gli interventi sono stati presentati da leader di grande rilievo. Fra essi spiccano il panchen lama, Gyaltsen Norbu, uno dei massimi esponenti del buddhismo tibetani, ed il maestro Hsing Yun, fondatore del Fo Guang International Association. I partecipanti sono saliti a 1700, provenienti da 50 Paesi.

 

Stimolanti anche gli argomenti affrontati nei workshop che hanno toccato la tutela dell’ambiente, il dialogo internazionale con le altre religioni e tra varie diramazioni del buddhismo.

 

CRISTIANI E INDÙ

Per uscire dal fondamentalismo

 

In occasione della recente visita in India del card. Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, si è svolto a Mumbai un incontro fra delegazioni della Chiesa cattolica e di diverse organizzazioni religiose indù. Una ventina i presenti fra cui il card. Oswald Gracias di Mumbai ed il nunzio Pedro Lopez Quintana, che con altri vescovi indiani rappresentavano il mondo cattolico. La delegazione indù era guidata da Sri Jayendra Saraswati, Sankaracharya del tempio di Kanchi (uno dei cinque principali del mondo indù).

L’incontro era da tempo auspicato da entrambe le parti, sia per la questione delle conversioni, di cui l’induismo da sempre accusa il cristianesimo, sia per i ripetuti attacchi di cui sono stati vittime i cristiani negli ultimi anni. Il card. Tauran ha definito l’avvenimento come «un dialogo con risultati molto positivi». Sudhendra Kulkarni, uno dei maggiori esponenti del partito del Bjp, da molti accusato di essere ispiratore dell’ondata di attacchi, ha dichiarato che il confronto ha rappresentato «l’apertura di una strada che condurrà ad una comprensione reciproca sempre migliore».

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