In cerca dell’amore vero

I giovani sono sensibili ai valori spirituali più di quanto dicano le statistiche. Verso la Gmg di Madrid.
GMG Canada

«Qualsiasi cosa dovrò essere sarò comunque io a deciderlo». «Valori sì. Regole no». «La Chiesa è una montagna di divieti». Così si esprimono i giovani in un’indagine svolta dall’Osret, l’Osservatorio socio-religioso del Triveneto, che evidenzia un rapporto problematico tra giovani, spiritualità e religione. La ricerca è interessante perché scava in profondità con la volontà e la fatica di ascoltare e capire 72 giovani tra i 18 e i 29 anni d’età. Molti, infatti, parlano di giovani, soprattutto gli adulti, ma pochi parlano con loro. Le lunghe interviste, inoltre, sono state condotte da giovani stessi con l’intenzione di comprendere quali aspetti della vita stessero veramente a cuore ai loro coetanei. Senza dubbio emerge che la frequenza ai sacramenti interessa ormai una minoranza poco visibile. D’altronde la tendenza era già evidente in due ricerche precedenti.

 

Nel 2004 l’Osret, in effetti, aveva monitorato nel Patriarcato di Venezia le presenze dei giovani tra i 20 e i 29 anni d’età che frequentano la Chiesa nei fine settimana, e già allora erano solo il 7,3 per cento, mentre i ragazzi tra i 10 e i 14 anni erano il 41,4 per cento. E in una ricerca Iard del 2010, i giovani tra i 18 e i 29 anni che sono cattolici praticanti arrivavano al 15,4 per cento, mentre nel 2004 erano al 18,1. In controtendenza i pellegrinaggi verso mete religiose e le processioni che sono in leggero aumento.

 

L’indagine C’è campo dell’Osservatorio socio-religioso del Triveneto ribadisce che l’individuo è al centro della propria ricerca religiosa. «I giovani – scrive Alessandro Castegnaro, presidente Osret – devono, non solamente possono e vogliono, decidere da sé chi vogliono essere, cosa vogliono fare, quale stile di vita intendono darsi. Il timore è vivere una vita che non è la propria vita».

 

Il valore principale e quasi assoluto è il rispetto dell’altro e il rifiuto, anche se non generalizzato, delle regole. E la Chiesa è ancora stimata proprio come «luogo dei grandi valori». I problemi cominciano sui modi di proporli e la percezione della Chiesa come «montagna dei divieti» che sono in contrasto con il valore della libertà assoluta del soggetto nel dovere di autodeterminarsi. Questo anche perché l’immagine della Chiesa, veicolata in particolare dai mezzi di comunicazione, è quella di una Chiesa istituzione. Le conclusioni della ricerca propongono un coraggioso mutamento di logica: «Non sono i giovani a dover tornare nella Chiesa, è piuttosto questa che deve ritornare tra i giovani».

 

A ben pensarci, Karol Wojtyla è stato sempre animato da questa visione verso le nuove generazioni. Basti pensare che quando venne raggiunto dalla notizia della nomina, a soli 38 anni, di vescovo ausiliare di Cracovia, era in gita con i suoi giovani amici sui laghi Masuri.

 

Se Giovanni Paolo II, del resto, avesse tenuto in conto solo i freddi numeri delle statistiche sul rapporto tra i giovani e la fede, probabilmente, a rigor di logica, non avrebbe mai messo in campo la straordinaria esperienza delle Giornate mondiali della gioventù. Aveva colto dal rapporto diretto con loro come la sete di spiritualità non è mai venuta meno. Neanche oggi. E sin dall’inizio del suo pontificato proseguì con il suo stile di uomo appassionato della vita e del mondo giovanile.

 

È il 22 ottobre del 1978, il suo primo giorno da pontefice. Al termine della preghiera dell’Angelus, il papa improvvisa rivolgendosi ai giovani presenti in piazza San Pietro: «Voi siete l’avvenire del mondo. Voi siete la mia speranza». Il fatto strabiliante è che Giovanni Paolo II cerca i giovani ovunque vada in Italia e all’estero. Si va avanti così per sei anni. C’è un grande feeling ed ogni incontro è un successo.

 

Nel 1984 la grande intuizione. Incanalare l’esperienza già esistente in organizzate Giornate mondiali della gioventù. A detta di Giovanni Paolo II nascono spontaneamente. In realtà si tratta di reciprocità: i giovani le chiedono, il papa intuisce le loro intenzioni e prende l’iniziativa. Fino all’apoteosi del 2000 a Roma, a Tor Vergata. C’è tra i giovani e lui, oltre due milioni, una sintonia totale e un’immensa fiducia.

 

Il papa sembra quasi affidargli l’umanità intera: «Cari amici, vedo in voi le “sentinelle del mattino” in quest’alba del terzo millennio. Nel nuovo secolo voi non vi presterete ad essere strumenti di violenza e distruzione; difenderete la pace, pagando anche di persona se necessario».

 

Testimone raccolto da Benedetto XVI che in più occasioni ha incoraggiato i giovani con espressioni simili a Giovanni Paolo II. «Non abbiate paura – disse a Loreto nel 2007 – di preferire le vie “alternative” indicate dall’amore vero: uno stile di vita sobrio e solidale; relazioni affettive sincere e pure; un impegno onesto nello studio e nel lavoro; l’interesse profondo per il bene comune».

Ora, dopo Colonia e Sydney, i giovani di tutto il mondo sono attesi a Madrid dal 16 al 21 agosto 2011. Solo dall’Italia si aspettano cento mila presenze. Nei gemellaggi con le diocesi spagnole dall’11 al 15 agosto i prenotati del Belpaese sono già quasi 50 mila, a Colonia erano 9 mila. Il successo, inspiegabile alle statistiche, continua.

 

Box1

Verso Madrid

di Javier Rubio, da Madrid

 

Una nota sul sito ufficiale della Gmg (www.madrid11.com) avverte che «i Focolari camminano verso Madrid», e aggiunge che si tratta del primo incontro preparatorio della Giornata mondiale della gioventù. Si parla anche di Positive Revolution, l’incontro tenuto a Madrid da oltre 500 giovani dei Focolari il 29 gennaio. I partecipanti hanno sperimentato che «nulla è piccolo di quello che si fa per amore». Maria Voce, la presidente dei Focolari, ha avuto un intenso dialogo con loro e li ha incoraggiati a puntare verso la santità sull’esempio di Chiara Luce Badano.

 

Pochi giorni fa, il 2 marzo, i vescovi spagnoli invitano tutti i giovani a partecipare alla Gmg. «Confidiamo in voi – scrivono – e vi consideriamo non solo destinatari del Vangelo di Cristo, ma protagonisti della storia e della Chiesa». Un esempio di tale protagonismo è il concorso di canzoni aperto a tutti (http://madridmeencanta.org), quale «linguaggio privilegiato per esprimere la fede».

 

Fino ad ora, gli iscritti raggiungono le 287 mila presenze e provengono da quasi tutti i Paesi del mondo. Ce ne sono perfino 37 dalla Libia. Bisogna dire che il processo di prenotazione è lento per le tante misure di sicurezza. Ma non è il numero di partecipanti che conta, e nemmeno la quantità di eventi previsti nel contesto della Gmg, e neppure l’eco che susciterà nei media, quanto il «miglioramento spirituale, l’incontro con Dio, l’impegno per la verità e la giustizia».

 

Box 2 La proposta

 

Don Nicolò Anselmi è il responsabile della pastorale giovanile della Cei.

 

In vista di Madrid qual è la proposta che la Chiesa italiana fa ad un giovane oggi?

 

«La prima proposta è di una vita interiore profonda per cercare di fuggire la superficialità e la rapidità che non soddisfa. La seconda è la riscoperta dell’amicizia e della vita fraterna e comunitaria. Non servono più le riunioni del passato ma ci vuole più tempo da dedicarci e con più cuore. La terza proposta è un  rinnovato impegno sociale per il bene comune. La santità dei giovani passa per la costruzione della civiltà dell’amore, dell’unità nei propri ambienti: l’università, la scuola, il lavoro, la politica». (L’intervista integrale è su Città Nuova online)

 

YouCat, la fede è giovane

 

di Maria Grazia Baroni

 

Il catechismo “giovane”, testo ufficiale per la Gmg di Madrid, pubblicato da Città Nuova

 

Alla Giornata mondiale della gioventù di Madrid, nella cosiddetta “sacca del pellegrino”, oltre a penna, vademecum e cappello, i ragazzi troveranno anche YouCat tradotto nelle principali lingue. Acronimo di Youth Catechism, YouCat è uno strumento di 300 pagine creato e pensato “da e per” i giovani che vogliono approfondire la fede della Chiesa. Nato nell’ambito della Conferenza episcopale austriaca, il lavoro ha avuto la supervisione del cardinale di Vienna Christoph Schönborn, coinvolgendo teologi, esperti di catechesi e un gruppo di cinquanta giovani. Quattordici le lingue in cui verrà pubblicato – tra cui anche l’arabo e il cinese –, il testo verrà accompagnato dalla premessa di papa Benedetto XVI.

 

L’editrice Città Nuova è coinvolta in prima fila in questo grande progetto per la traduzione e la pubblicazione italiana, che avrà la supervisione del card. Angelo Scola il quale, nella lettera con cui restituisce all’editore la copia di bozze, conferma «che YouCat è un’eccellente idea, che potrà fare un gran servizio». Il volume è suddiviso al suo interno in quattro sezioni: “Che cosa crediamo”; “La celebrazione del mistero cristiano”; “La vita in Cristo” e “La preghiera nella vita cristiana”. La fruizione di YouCat sarà possibile anche tramite le cosiddette App, le applicazioni per smart phone.

 

«Dovete conoscere quello che credete – scrive Benedetto XVI nella premessa –; dovete conoscere la vostra fede con la stessa precisione con cui uno specialista conosce il sistema operativo di un computer». La prima consegna ufficiale al papa del testo avverrà la domenica del 17 aprile, giorno delle Palme.

Tra gli ideatori di YouCat, Manfred Lütz, medico psichiatra, membro del Pontificio consiglio per i laici.

 

Perché un giovane che va alla Gmg dovrebbe aprire YouCat?

«La Gmg non è solo un evento fatto di sentimenti e di emozioni, ma è anche un’occasione per i giovani per apprendere la fede della Chiesa. Il papa spesso ripete che “è importante conoscere la fede della Chiesa”, ma occorre una “porta” al catechismo della Chiesa cattolica e questo è YouCat. Il compendio era stato già dato ai giovani alle Gmg di Colonia e di Sydney, ma i giovani avevano difficoltà nel comprenderlo perché poco adatto a loro. Un giovane non si chiede, ad esempio, se “la Madonna è l’icona escatologica della Chiesa”. Incentivati da questa costatazione, abbiamo iniziato a lavorare con 50 giovani per capire quali erano le domande che loro si pongono e si sono date delle risposte e delle spiegazioni in un modo, in un linguaggio più vicino a quello dei ragazzi. YouCat dà rilevanza anche all’aspetto visivo, attraverso disegni e foto».

 

Box

 

YouCat. Istruzioni per l’uso

 

Strutturato in domande e risposte, con commenti per offrire un aiuto ulteriore alla comprensione del significato esistenziale delle domande. A margine e a supporto di tutto il testo sono presenti definizioni, citazioni della Sacra scrittura, di scrittori, di santi e di dottori della Chiesa. Di seguito due esempi.

 

Perché siamo alla ricerca di Dio?

Dio ha instillato nel nostro cuore il desiderio di cercarlo e di trovarlo; sant’Agostino dice: «Tu ci hai fatti per te e il nostro cuore non ha pace finché non riposa in te». Noi chiamiamo “religione” questo desiderio di Dio. La ricerca di Dio è naturale per ogni uomo; tutto il suo sforzo nella ricerca della verità e felicità è alla fine una ricerca di ciò che lo trasporta, lo appaga e lo coinvolge in maniera assoluta. L’uomo ha veramente trovato sé stesso nel momento in cui ha trovato Dio. «Chi cerca la verità cerca Dio, che gli sia chiaro o no» (santa Edith Stein).

 

Possiamo riconoscere l’esistenza di Dio con la nostra ragione?

Sì. La ragione umana può riconoscere Dio con certezza. Il mondo non può avere in se stesso la propria origine e il proprio fine; in tutto ciò che esiste c’è più di quello che si può vedere. L’ordine, la bellezza, l’evoluzione del mondo attestano qualcosa che è loro superiore e rimandano a Dio. Ogni uomo è aperto alla verità, al bene ed alla bellezza; ode in sé la voce della coscienza che lo spinge verso il bene e lo allontana dal male. Chi segue in maniera ragionevole questa traccia trova Dio.

 

LA PAROLA AI LETTORI

 

Avete mai partecipato a una Gmg? Qual è il ricordo più bello?

Scrivete a segr.rivista@cittanuova.it o all’indirizzo postale.

I più letti della settimana

Chiara D’Urbano nella APP di CN

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons