In bici da VENezia a TOrino lungo il Po

Una grande opera a basso impatto ambientale, che costa poco e alimenta economie locali. Che investe su paesaggio e cultura come vie di sviluppo. Un progetto, chiamato VENTO, che richiede grande collaborazione istituzionale
Pista ciclabile

Andare in bicicletta da Venezia a Torino potrebbe non essere più un sogno da visionari ma una possibilità alla portata di tutti, se venisse realizzata VENTO, una pista ciclabile lunga più di 600 chilometri tra i più bei paesaggi del Nord Italia, seguendo il tracciato del Po.
 
«Il Po è il grande fiume che tutti conoscono. Con i suoi argini è anche l’impronta naturale per una grande ciclovia. Un filo a impatto zero che abbiamo pensato potesse avere VENezia e TOrino come estremi. A questo tracciato abbiamo dato il nome di VENTO», dichiara il prof. Paolo Pileri, responsabile del gruppo di ricerca del Politecnico di Milano che ha ideato il progetto.
 
VENTO è una ciclovia posta sugli argini maestri o sulle vie di campagna o nei tratti urbani delle piccole e grandi città, che passa per 4 regioni, 12 province, 121 comuni e 242 località. Con la sua realizzazione si collocherebbe da subito tra le prime ciclabili d’Europa.
 
Si tratta di un’opera facilmente realizzabile: infatti, si tratta di una ciclabile in parte già pedalabile in tutta sicurezza (per 102 chilometri); un’altra parte è di fatto esistente se solo cambiassero alcune semplici regole di uso di argini, strade vicinali, sentieri (284 chilometri). Nell’arco di qualche mese, praticamente senza costi, quasi il 60 per cento di VENTO sarebbe completamente ciclabile. Poi con pochi e semplici interventi di connessione altri 148 chilometri diventerebbero ciclabili. Rimangono solo 145 chilometri (21 per cento) non ancora pedalabili, che richiedono interventi importanti, per un costo totale di 80 milioni di euro. Una piccola cifra se ripartita tra Stato, ragioni e province.
 
VENTO costituisce anche una straordinaria occasione di sviluppo economico. Il nostro patrimonio culturale e ambientale ne gioverebbe in mille modi, generando quelle economie diffuse che sono la ricchezza dei nostri borghi e delle nostre campagne. Sono state censite già oltre 14mila aziende agricole, quasi 300 strutture ricettive e centinaia di attività commerciali grandi e piccole già esistenti.
 
VENTO costituisce un cambio radicale di prospettiva: in tempi di crisi costa poco, ha tempi di realizzazione immediati, attiva economie locali e valorizza paesaggi, suddivide i costi tra molte istituzioni e moltiplica i vantaggi per tutti, attira turismo di qualità, non ha impatti ambientali negativi e non crea conflitto con le comunità locali, richiede l’impegno di tutti i livelli di governo. Che non siano queste le Grandi Opere (o le opere grandi) di cui il nostro Paese ha bisogno? Progetti visionari ma concreti e facilmente realizzabili, dove la ricetta vincente siano pochi soldi e molta cooperazione (http://webdiap.diap.polimi.it/Lab/vento/materiali.html).

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