Il tempo corre…

Con i nostri figli non abbiamo imparato qualche teoria filosofica, ma una piccola grande verità: in famiglia più che altrove il tempo si ferma.

Ci sono domande che arrivano quando meno te lo aspetti, come quella di nostro figlio Matteo di 8 anni, mentre apparecchiamo per la cena: «Ma ai vostri tempi esisteva l’acqua corrente?». Lucia pensa tra sé: «Ecco, ci siamo! Devo andare a fare la tinta ai capelli, altrimenti mi vede vecchia!». Così, con tono di voce un po’ infastidito, rispondiamo: «Non ci crederai, ma esisteva già l’acqua corrente, potevi già scegliere tra acqua calda e fredda, e il televisore era a colori!».

Lo sappiamo, i bambini collocano quello che c’era prima di loro al tempo delle favole, del “c’era una volta, tanto tempo fa” o, appena iniziano a studiare un po’ di storia, al tempo dell’uomo di Neanderthal. La domanda innocente ci ha fatto pensare a quale sia la concezione del tempo che hanno i nostri figli, nativi digitali: lo sviluppo tecnologico li pone davanti a un’accelerazione temporale e a cambiamenti frequenti, mai visti prima nella storia dell’umanità.

Quello che oggi è nuovo, domani sarà vecchio. Il progresso tecnologico può essere accattivante, ma il rischio è che, come un modello di smartphone, anche le tradizioni e i valori vengano considerati superati in un battito di ciglia.

Con i nostri figli non abbiamo imparato qualche teoria filosofica, ma una piccola grande verità: in famiglia più che altrove il tempo si ferma.

Sono le preghiere della sera, un film goduto insieme, le barzellette a cena, il libro della buonanotte, attimi di gioia… Il tempo può anche correre, la tecnologia avanzare, ma l’amore resta e ci salva.

 

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