Il talk-show di un uomo qualunque

Al suo debutto teatrale il regista Paolo Virzì riversa sulla scena quella varia umanità tipica del suo cinema.
Teatro

Al suo debutto teatrale il regista Paolo Virzì riversa sulla scena quella varia umanità, colta nel quotidiano, tipica del suo cinema. Scova in Se non ci sono altre domande la vicenda di un uomo qualunque al centro di un processo mediatico in un talk-show televisivo, l’arena dove si dà in pasto la propria esistenza a spettatori ingordi delle altrui debolezze. Sotto i riflettori di due conduttori e di una platea impietosa – giornalisti mischiati fra il pubblico – che conosce tutto di lui e lo incalza con domande sul suo privato, il poveretto dovrà dare conto del suo passato: sogni e delusioni, amori e tradimenti, segreti e fragilità. Un bilancio esistenziale che coincide, tra piani reali e onirici, con la sua morte. La messinscena infatti altro non è che il suo rivivere in stato di coma, con tanto di famiglia attorno al suo letto d’ospedale.

 

Virzì denuncia, volendo divertire, i meccanismi perversi di tanta tv odierna. Ma non graffia come potrebbe. Trasforma il teatro in set televisivo. Ci bombarda con musichette, fumi, luci rutilanti, incursioni in platea; amplifica al limite della sopportazione le voci urlanti dei venti personaggi, proietta su maxi-schermi i loro volti ripresi da telecamere. Un azzardo di teatro “popolare”, ma noioso, che la maschera espressiva di Silvio Orlando non salva dalla banalità.

 

Al Teatro Eliseo di Roma fino al 15/5.

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