Il serio rischio delle elezioni

Le speranze di durare e di governare bene non sono molte e sono legate all'allargamento della maggioranza.
Gianfranco Fine e Silvio Berlusconi

Vinta per tre voti l’epica battaglia ingaggiatagli contro da una parte dei suoi stessi ex sostenitori, l’esecutivo ora deve trovare il modo di continuare a governare evitando il “galleggiamento”, giorno dopo giorno, che impedisce progettualità e scelte forti. Le speranze di durare e di governare bene non sono molte e sono legate all’allargamento della maggioranza. Le ipotesi possibili le ha avanzate Berlusconi stesso: rientro all’ovile di altri deputati fuoriusciti; ingresso in maggioranza dell’Udc e addirittura degli «ex democristiani del Pd».

Strade che però si mostrano difficili da percorrere: subìta la defezione di quattro componenti (che hanno contribuito in modo determinante al rigetto della mozione di sfiducia), il gruppo di Fini appare ora compatto; le prime dichiarazioni di Casini non lasciano troppo spazio all’ingresso nell’attuale governo, anche se qualche spiraglio nasce dalle parole di Berlusconi, che si è detto disposto ora ad assecondare la richiesta Udc di sue dimissioni, pur di raggiungere una maggioranza più ampia. E poi bisogna tener conto delle posizioni della Lega Nord, oggi defilata, ma che certo farebbe pesare il proprio sostegno a un governo con l’Udc.

 

La previsione più realista, insomma, rimane ancora quella delle elezioni anticipate, che però il capo dello Stato per primo vorrebbe scongiurare. Staremo a vedere come andranno le prossime impegnative votazioni alla Camera.

Passata la burrasca del 14 dicembre – con una Capitale ferita dalle violenze di pochi facinorosi tra tanti pacifici manifestanti –, se c’è un sentimento che predomina, è l’amarezza di assistere a un ulteriore scadimento della politica. L’offerta a singoli parlamentari, con la sottolineatura che «ci sono posti al governo», e dall’altra parte la disponibilità a mutare casacca in cambio di qualcosa, sono manifestazioni di una logica che non ha più alcuna dignità ed anche poco lungimirante, perché con pochi voti in più non si riesce a governare come le sofferenze del Paese richiedono.

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