Il segreto dei Gen 4

Ti voglio raccontare tutti gli atti d’amore che ho fatto in questa giornata. Un mio amico voleva la brioche ed io gliel’ho data, poi un altro voleva andare sull’altalena ed io mi sono fermato e l’ho fatto andare. Non deve avere più di cinque anni questo ragazzino svizzero dai capelli biondissimi. L’intervista – se così si può dire – avviene durante una delle tante attività all’aperto di questo congresso a misura di bambino. È l’ora della merenda. Il grande prato verde ben curato del Centro Mariapoli di Castelgandolfo, nelle ville pontificie, è questa volta a disposizione dei congressisti, la cui età non supera gli otto anni. Lo spettacolo è inconsueto e suggestivo nella sua semplicità. Sembrano quasi un miraggio sotto il sole di giugno questi ombrelloni disseminati un po’ ovunque, quasi casette senza porte e finestre, con al posto del campanello un cartello ben in vista: Parigi, Zurigo, Lisbona, Malta, Roma, Bologna, Uruguay, Brasile… Questi bambini sono i gen 4, l’ultima generazione dei Focolari. E tra una settimana ci saranno le bambine. Ne abbiamo già parlato, in più occasioni, cercando di volta in volta di cogliere gli aspetti che più caratterizzano questa esperienza di vangelo vissuto coralmente da una generazione di piccoli, presenti oggi in più di 200 nazioni. Qualcosa di più che bello C’è già una storia che li riguarda, che ha preso il via nella primavera del 1988, con il primo loro appuntamento. Era la prima volta che si tentava un esperimento del genere, anche se erano già ben presenti nella mente della loro fondatrice, Chiara Lubich, con cui hanno un rapporto davvero speciale. Nel 1966, ad esempio, aveva tracciato alcune linee che concernevano i più piccoli: Il nostro ideale – aveva detto – non è un monopolio dei grandi: il regno di Dio, anzi, è più per i bambini, che non sono fatti per le cose normali di questo mondo, ma per qualcosa di più che bello, come normalmente si intende. E qualche anno prima aveva osservato: A me non sembrano piccoli! L’anima non è mai piccola, e Dio è presente nello stesso modo sia nei bambini che negli adulti, e sta chiamando anche dei bambini e delle bambine. Con questa ardita visione pedagogica si è andato sviluppando nell’arco di questi anni il movimento gen 4. Piccoli che hanno assorbito uno stile di vita evangelico, sintetizzato in una arte di amare. Alcuni punti di essa (amare tutti, amare per primi, amare il nemico, amare Gesù nel fratello, farsi uno con l’altro, amarsi a vicenda) hanno trovato posto sulle facce di un cubo – delle più varie dimensioni e costruito con i costruito con i materiali più diversi – da loro chiamato dado dell’amore. Lo hanno preso subito sul serio, e… se vuoi sapere come funziona, chiedilo a loro: Tu lo tiri ogni mattina – mi dice Maria Letizia, quattro anni – e sai cosa fare. Tu hai sempre qualcosa da dare Ora, da un anno i gen 4 sono lanciati in un tutto il mondo in un’avventura che li coinvolge pienamente: comunicare ai loro compagni di scuola e di giochi il loro segreto: la felicità che nasce dal donare, che loro hanno tante volte sperimentato. Più che alle parole, affidano la descrizione di quel più che bello vissuto ai giochi all’aperto, alle canzoni, ad attività varie: gli ingredienti giusti per questo loro stare insieme. Così, i 400 piccoli congressisti – tutti attori per l’occasione – si sono cimentati in uno spettacolo aperto al pubblico di adulti e bambini. Alla ricerca del grande segreto ne è il titolo. La trama parla di un popolo alla ricerca della felicità. Attraverso un viaggio fantastico e ricco di peripezie, il segreto viene finalmente scoperto e partecipato: è la gioia di dare sempre con generosità. Le bambine, invece, hanno preparato uno spettacolo con burattini fabbricati da loro stesse per i più piccoli, i gen 5, i bambini sotto i quattro anni. Così piccole, eppure già guardano al futuro, a chi verrà dopo di loro. È ciò che ha in cuore Silvia, che scrive un biglietto a Gesù stesso: Ti voglio chiedere di aiutarmi ad amare il mio fratellino Gabriele che a volte litighiamo. È inimmaginabile pensare a quante cose da dare scopre diavere un bambino. Elikim, una piccola di otto anni, di madre coreana e di padre pakistano che vive a Roma, racconta come ha donato il perdono ad una compagna: Stavo bevendo – dice – dalla mia bottiglietta. Anna Maria, passando, mi urta e la bottiglietta mi fa una ferita alla gengiva. Esce il sangue. Corro a lavarmi. Quando esco dal bagno, vedo Anna Maria che piange. Non voleva urtarmi. Le vado incontro e le do un bacio anche se la ferita mi brucia ancora un po’. Le dico: Non ti preoccupare, è tutto passato. Una palla d’amore Un gruppo di bambini del Salvador riceve l’invito a partecipare ad un programma radiofonico. Si preparano, scegliendo insieme le esperienze e le canzoni. Finalmente arriva il giorno della trasmissione. La sala di registrazione è piena di microfoni, ma l’amore che circola tra loro fa sparire le emozioni e rende tutto semplice. Lupita racconta agli ascoltatori: Ho regalato a un bambino che non le aveva le scarpe nuove che avevo ricevuto da un parente che vive negli Stati Uniti . E Roxanita: Ho regalato la mia bambola che mi piaceva tantissimo, e ne ho ricevuto un’altra quasi uguale. Freddy poi dice di aver prestato i suoi giocattoli alle sorelline perché voleva amare per primo. Alla fine della trasmissione, gli operatori della radio, commossi, si fanno intorno a quei piccoli, a loro volta felici di aver potuto dare… una buona notizia. I giorni dei due congressi sono volati. Le ore trascorse insieme a giocare, a cantare, a preparare le scenette, a scambiare con gli altri gen 4 doni, cartoline e indirizzi restano racchiuse in un’unica, stupenda esperienza: amarsi a vicenda. Ed è per quest’amore, a cui si aprono sin dai primi anni di età, che avvertono in maniera davvero fuori dal comune una grande sintonia, quasi una connaturalità, con il vangelo. I più piccoli, che ancora non hanno fatto la prima comunione, scrivono un bigliettino a Gesù. Ne ricopio alcuni: Caro Gesù, ti voglio bene ed io ti voglio dire grazie di cuore; A me piacerebbe averti nel mio cuore, così porterò sempre la felicità agli altri; Aiutaci a trovare qualcuno che voglia bene a tutti bambini del mondo ; Tu che sei onnipotente, potresti far finire la guerra e far sì che il mondo sia una palla solo di amore?. È il momento dell’a tu a tu con Dio, del sì a lui, che sboccia al primo sole del mattino.

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