Il san Valentino che non c’è

Con un certo sollievo dei fidanzati, molti studi sono concordi nell'affermare che non esistano due santi degli innamorati, ma come spiega la Biblioteca Sanctrum, solo uno di loro sarebbe "l'originale" ed è ternano
San Valentino

San Valentino? Non esistite o meglio non è chi crediamo che  sia. Un gioco di parole? Nient'affatto. Se per qualche fidanzato che sarà d'accordo, reclamando che la donna vada sempre amata in qualsiasi giorno al di là che sia o no la festa degli innamorati, la notiza è che il presbitero romano Valentino pare non sia mai esitito. Le effigi del VII secolo nella catacomba  capitolina  a lui dedicata, gli affreschi successivi nella chiesa romana di Santa Maria Antiqua o il medaglione del IX secolo in Santa Prassede pare si debbano ricondurre non un santo bensì ad un benefattore. Lo spiega Agostino Amore nell'Enciclopedia dei santi di Città Nuova che narra, ovviamente, anche la storia del vero San Valentino, vescovo e martire ternano.

 

Valentino il presbitero romano

«Valentino, presbitero, santo, martire di Roma. Commemorato nel Martiriologio Romano il 14 febbraio con un latercolo che proviene da Beda (m. 735), il quale lo trasse dalla leggendaria passio Maris e Martha (BHL, II, p. 815, n. 5543). In questo scritto si racconta che Valentino, arrestato per ordine dell'imperatore Claudio il Gotico, fu decapitato sulla via Flaminia ed ivi sepolto da una certa Sibinilla; in una redazione più recente della passio (BHL, II, p. 1224, n. 8465) si aggiunge la notizia che sul suo sepolcro papa Giulio I edificò una basilica. 

«Questa basilica, fu completamente rifatta da papa Teodoro (Lib. Pont., I, pp. 332-33), e gli Itinenari del sec. VII la ricordano con ammirazione poichè era mirifice ornata. Pare inoltre che la festa di Valentino fosse già celebrata fin dal tempo di s. Gregorio Magno (m. 604), comunque è notata nei Capitularia del sec. VII e nel Sacramentario Gregoriano

«Nonostante tutte questa fonti, bisogna purtroppo dire che un martire Valentino, presbiterio a Roma, non è mai esistito, esso è nato dalla falsa interpretazione della notizia contenuta nel Catalogo Liberiano, in cui alla biografia del papa Giulio I si legge che "fecit… basilicam Via Flaminia mil. II quae appellatur Valentini". 

«Il V. qui ricordato, come molti altri testi coevi posteriori, non è "un santo", ma il benefattore che diede al papa i mezzi necessari per la costruzione della basilica e che perciò le diede il nome; benefattore che, tra il V e il VI secolo, fu ritenuto e venerato come "santo", come accadde per moti altri che avevano fondato chiese a Roma e specialmente dei titoli». 

 

San Valentino degli innamorati

«I Altro Velentino è il santo, martire di Terni. Ricordato dai principali codici del 14 febbraio Martiriologio Geronimin, come sepolto al LXIII miglio della via Flaminia, nei pressi di Terni. Ivi infatti esisteva un cimitero cristiano sub diu, e sul sepolcro del martire fu edificata una basilica nella quale il papa Zaccaria (741-52) si incontrò con Liutprando (Lib. Pont., I, pp. 427-28). 

«Chi fosse Valentino e quando sia vissuto è impossibile precisare; nella tradizione posteriore, a partire almeno dal secolo VI-VII, è presentato come vescovo di Terni, ma non consta con certezza di questa sua dignità. Notizie leggendarie si leggono in una passio, anteriore al secolo VIII, in cui si narra che inviato a Roma per guarire con un'artrosi deformante il figlio di un certo Cratone, fu arrestato per ordine del prefetto Placido e poiché si rifiutò di sacrificare agli idoli, fu decapitato. Il suo corpo fu trasferito a Terni e sapolto "in suburbano… non longe ad eadem civitate". 

«I La festa di Valentino fu inserita da Beda nel suo Martiriologio con un latercolo estratto dalla passio, e attraverso i Martiriologi di Adone e Usuardo è passata, sempre al 14 febbraio, nel Martirioogio Romano. Alla stessa data è ricordato un altro V. martire di Roma ma questo non è mai esistito. Nel 1605 i corpo di Valentino fu trasferito nella cattedrale di Terni, e le notizie di altre traslazioni altrove sono da ritenersi prive di fondamento storico».

Sullo stesso tema è in uscita il libro di Marie Dominique Philippe, Sull'amore. Strumenti per viverlo e realizzare la propria umanità, Città Nuova 2012.

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