Il risveglio inatteso della borghesia

Pisapia sfiderà la Moratti per la carica di sindaco. Attorno a questo anticipo elettorale partecipazione, passione civile, impegno
Primarie Pd Milano
Giuliano Pisapia, noto avvocato milanese, è da oggi ufficialmente lo sfidante sindaco di Letizia Moratti. Ha vinto ieri le primarie del centrosinistra con il 45,36 per cento dei voti superando di pochi punti il candidato del Pd, l’architetto Stefano Boeri, che ha ottenuto il 40,16 per cento dei voti. Gli altri due candidati, l’ex presidente della Corte costituzionale, Valerio Onida, e l’ambientalista Michele Sacerdoti hanno chiuso la competizione rispettivamente con il 13,41 e l’1,07 per cento dei voti. La grande attenzione a questa scadenza e la presenza numerosa alle assemblee e ai confronti pubblici avevano fatto sperare in una più ampia partecipazione di cittadini (hanno partecipato 67 mila milanesi contro i circa 82 mila del 2006). Eppure, al di là dei numeri in ogni caso significativi, quello che è accaduto a Milano merita di essere osservato da vicino, perché mette in luce alcune dinamiche di interesse sia locale che nazionale.

 

Nelle ultime settimane si è assistito in città ad un risveglio di passione civile e di impegno. La sfida ha coinvolto uomini già conosciuti e accreditati nello scenario cittadino e credibili rispetto alle attese della società civile. Ma l’elemento più interessante non va cercato nella capacità di leadership dei singoli candidati, quanto nell’entroterra culturale che essi hanno saputo variamente esprimere. La città ha assistito ad un vero e proprio risveglio all’impegno della borghesia storica e di cultura che da tempo si era ritirata da attività politica diretta. Basta scorrere i lunghi elenchi dei sostenitori ai singoli candidati per riconoscervi nomi illustri della società civile, della cultura, dell’arte, dell’impegno sociale che sono usciti allo scoperto “mettendo la propria faccia”. Un orientamento interessante anche per la politica nazionale.

 

Intorno a Boeri si è mosso il mondo delle professioni, una parte dell’università, una componente delle associazioni di volontariato, e soprattutto la struttura organizzativa del Partito democratico. Pisapia ha ricompattato una parte consistente dell’avvocatura e delle professioni civili, ma anche alcune anime della sinistra a vocazione più sociale. Onida ha saputo catalizzare una parte, da tempo silente, del cattolicesimo democratico e della cultura laica e illuminista. Infine, Sacerdoti ha dato voce alle istanze ambientaliste e dei movimenti sociali. Ma si tratta di differenze molto sfumate entro un quadro di comunanze, una nuova attenzione alla questione del lavoro, dell’immigrazione, delle nuove povertà, della qualità dell’ambiente e dell’abitare.

 

Pur avendo destinatari elettorali differenti, i quattro candidati, infatti, sono cresciuti in ambienti simili e talvolta coincidenti, e questo può spiegare una certa difficoltà comune a parlare al di fuori delle proprie nicchie di appartenenza. È questa una delle sfide che attende da subito Giuliano Pisapia: riuscire a comunicare oltre la “cerchia dei Navigli”, immagine che segnala un confine geografico ma descrive anche il confine che divide quella stessa borghesia dal resto più ampio della città.

 

La sfida tra la Moratti e Pisapia sarà dura. La sindaco uscente potrà infatti godere dell’appoggio di componenti sociali difficilmente disposte a perdere le proprie rendite di posizione. La corsa di Pisapia, per essere vincente, dovrà tenere conto di tre condizioni necessarie: 1. “immaginare” sintesi politiche nuove, in grado di accogliere e valorizzare la diversità e pluralità delle posizioni; 2. “capitalizzare la partecipazione” suscitata, tenendo insieme quella galassia di comitati di quartiere, associazioni civili, associazioni di volontariato che hanno risposto con sollecitudine al richiamo di un possibile rinnovamento politico; 3. “comunicare”con quell’elettorato stanco, disilluso e chiuso nelle proprie case che ha rinunciato a prendere posizione. Il partito più difficile da sconfiggere.

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