Il riscatto del Parma calcio

In più di 15 mila a festeggiare la promozione in Lega Pro (la vecchia Serie C) del Parma Calcio 1913. Il presidente Nevio Scala: «Abbiamo raccolto i frutti di un lavoro bellissimo»
Parma calcio Ansa

Parma si riprende il calcio che le spetta o, per lo meno, vi torna in scia. In virtù del 2-1 sul Delta Rovigo, il nuovo club Parma Calcio 1913 si è aggiudicato matematicamente lo scorso finesettimana il girone D del campionato Dilettanti, con tre giornate d’anticipo e 11 punti di vantaggio sull’Alto Vicentino, unica vera inseguitrice.

 

Si tratta del suggello di un dominio stagionale incontrastato: 85 punti in 35 partite, nessuna sconfitta e soli 15 gol subiti, ossia la difesa meno battuta dalla serie D alla Juventus. Sopravvissuta al crac Parmalat e al vergognoso fallimento generato dalla gestione Ghirardi, la società parmigiana rialza così sportivamente la testa in un contesto cittadino particolarmente turbato negli ultimi anni. Una città che prova a ripartire anche dal pallone dopo il crollo dell’impero di Calisto Tanzi, gli arresti per tangenti tristemente noti che hanno seppellito la giunta Vignali, il suddetto default del Parma Fc e le recenti inchieste sulle infiltrazioni della ’ndrangheta nel tessuto economico.

 

Ma alla festa dello stadio Tardini erano più di 15 mila a festeggiare la promozione in Lega Pro (la vecchia Serie C): tornati in Piazza Garibaldi, come quando si esultava per le coppe europee vinte da quel Nevio Scala, oggi presidente della nuova società. In panchina siede invece Gigi Apolloni, uno di quei “ragazzi terribili” del glorioso Parma europeo, che in finale di Coppa del mondo USA 1994 si trovò a marcare il brasiliano Romario. Ed è l’ex capitano Lorenzo Minotti ad essere responsabile dell’area tecnica, mentre Fausto Pizzi è il coordinatore del settore giovanile.

 

Volti che concorsero alla storia di una società che in sette anni, una ventina di anni fa, dalla B arrivò a vincere Coppa Italia, Coppa Coppe e Uefa, entrando meritatamente nel cuore della città, soprattutto sul piano umano, dato che molti di quei “ragazzi” sono rimasti a vivere a Parma, dove la nuova proprietà ha scelto di affidare loro la rinascita tecnica del club. Sul piano economico, la società è fondata stavolta sulla solidità di sette tra i principali industriali cittadini, tra i quali Guido Barilla, il costruttore Paolo Pizzarotti e Giampaolo Dallara, dell’omonima azienda automobilistica.

 

Un modello pianificato dal giovane vicepresidente Marco Ferrari, di gestione “tedesca”: più proprietari, con spazio all’ingresso in società di tifosi attraverso l’azionariato diffuso, ma solo nei prossimi anni sarà possibile tracciare un giudizio più autorevole. Certamente ad oggi è un fatto che i soci siano più di 400, la campagna abbonamenti abbia registrato 10 mila iscrizioni ed allo stadio siano tornate tante famiglie. Se il sindaco Federico Pizzarotti allo stadio si è lasciato scappare un «Oggi festeggiamo alla faccia di chi si è preso gioco di noi», il presidente Nevio Scala ha affermato a fine gara, accostando i vecchi successi al nuovo corso crociato: «Abbiamo raccolto i frutti di un lavoro bellissimo».

 

Eppure ad inizio agosto, al centro sportivo di Collecchio, erano solo in cinque: tra di loro capitan Lucarelli, l’unico reduce dal crac, più una decina di aspiranti in prova. In poche settimane Apolloni assemblò un collettivo capace di restare in vetta incontrastato dalla prima giornata all’ultima. I nuovi beniamini rispondono al nome di Yves Baraye, attaccante senegalese di 23 anni con 20 reti all’attivo, Davide Giorgino, fermo per infortunio muscolare ma cuore del centrocampo per buona parte del campionato, Francesco Corapi, regista, Kristaps Zommers, diciannovenne portiere lettone ed ovviamente Alessandro Lucarelli, intramontabile fedelissimo capitano classe 1977, solo l’anno scorso più sindacalista in Figc che calciatore.

 

Alcuni resteranno mentre altri, come spesso accade quando si passa tra i professionisti, non vedranno la ribalta. Sognare grandi ritorni è lecito, se l’amore non ha prezzo, anche per una maglia: Parma vuole riscatto e dignità, ripartendo anche dal pallone. E a volte le favole diventano realtà, anche e soprattutto nel calcio.

 

Mario Agostino

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