Il percorso ecumenico di Igino Giordani

La costante tensione di Igino Giordani verso l’unità di tutti i credenti emerge sin dall’inizio del suo brillante percorso di  scrittore e infaticabile alfiere del messaggio cristiano. Nel 1925, dalle pagine di «Parte Guelfa», sostiene la necessità dell’unità tra i popoli europei e individua nel Papa la forza spirituale per poterla attuare al di là delle divisioni politiche; e su «Il Popolo» afferma che tale unità si può costruire solo con «la reciproca comprensione e la carità tollerante». Dalle  pagine del mensile «Fides», pur polemizzando a difesa del cattolicesimo, apre nuove vie di dialogo con gli intellettuali “acattolici”, alla ricerca di una casa comune. Negli anni Quaranta l’attenzione ai “fratelli separati” in vista di un loro “ritorno” si trasforma nella speranza di una reciproca collaborazione, con la Bibbia come «luogo d’incontro e di unione».  Conquistato dalla spiritualità dell’unità di Chiara Lubich, vi aderisce, e come direttore del “Centro Uno” vive e diffonde il nuovo spirito ecumenico fondato sull’unità dei cuori.

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