Il mondo in ansia per Mandela

Ricoverato da alcuni giorni in ospedale, il premio Nobel per la Pace è in gravi condizioni di salute. In Sud Africa, ma anche negli altri Paesi del mondo, si prega per lui. Dalla nostra corrispondente
Bambino davanti al murales dedicato a Mandela

Domenica 9 giugno, Nelson Mandela (94 anni) ha trascorso un secondo giorno in ospedale. Un'infezione polmonare ha portato l'ex presidente sudafricano in ospedale a Pretoria nelle prime ore di sabato mattina. Le sue condizioni sono descritte dalla portavoce della presidenza sudafricana come "gravi, ma stabili".

È un ulteriore deterioramento della sua salute, provocato da infezioni polmonari riccorenti, dopo i precedenti ricoveri avvenuti nel dicembre 2012 e a marzo e aprile scorsi, cominciate durante i suoi lunghi anni di prigionia a Robben Island, durante la quale ha contratto la tubercolosi.

Sua figlia Zindzi è ottimista: «Ho visto mio padre, sta bene, è un combattente». Il suo avvocato e amico George Bizos, dice che è «consciente, ma ha perso un po’ la memoria». In due dei luoghi più strettamente legati a Mandela, Soweto e nel villaggio di Qunu, la gente è molto preocupata.

A Soweto in centinaia si sono riuniti presso la chiesa Regina Mundi, dove l'ex presidente è ritratto su un vetro colorato con le braccia alzate, per pregare per la sua guarigione. Padre Sebastian Rousso ha detto che Mandela ha avuto un ruolo fondamentale «non solo per noi sudafricani, ma per il mondo». In Qunu, dove Mandela ha trascorso la sua infanzia e gran parte della sua vita da pensionato, c’è tanta ansia. Gloria Habe, 44 anni, nipote di Mandela ha dichiarato: «La gente qui in Qunu capisce che lui è anziano e questo è normale per qualcuno della sua età, ma allo stesso tempo non vogliono che muoia».

Andrew Mlangeni, 88 anni, un collega veterano della lotta anti-apartheid ed ex prigioniero a Robben Island, co-imputato con Mandela nel processo di Rivonia nel 001960, ha richiamato la famiglia di Madiba e la Nazione alla fede in Dio, come ringraziamento per la sua vita.

«Vorremmo che Madiba guarisse, ma credo che ciò che è importante, ora, è che la sua famiglia lo deve liberare spiritualmente e mettere la propria fede in Dio, il popolo del Sud Africa seguirà. Lo deve rilasciare in modo che Dio possa agire. E allora, diremo: grazie, grazie Signore di averci donato questo grande uomo, noi te lo ridoniamo…».

Figlio di un capo Thembu, è nato nel 1918 nella provincia sudafricana di Umtata e ha studiato a Fort Hare, dove era stato «licenziato per aver partecipato ad una protesta studentesca». Dopo la laurea nel 1942 in giurisprudenza presso l'Università di Witwatersrand, nel 1944 Nelson Mandela si unì all'African national congress (ANC).

Nel 1956, è stato arrestato e processato per tradimento, poi assolto nel 1961. Dopo il massacro di Sharpeville nel 1960, l'ANC e il Pan Africanist Congresso sono stati vietati. Mandela ha poi abbandonato la strategia nonviolenta dell'ANC e fondato una organizzazione militare, Umkhonto we Sizwe. Nel 1962, è stato condannato a cinque anni di lavori forzati e, nel 1963, è stato accusato con altri leader di sabotaggio e tradimento. Per questi fatti, è stato condannato nel 1964, con altri sette attivisti, al carcere a vita, ma è stato rilasciato dopo 27 anni.

«La coscienza morale del Sud Africa» ​​e «padre della nazione arc-en-ciel (arcobaleno)» Madiba (il nome del suo clan), Nelson Mandela, è stato insignito del Premio Nobel per la Pace nel 1993, tre anni dopo il suo rilascio dal carcere nel 1990. Nel 1994 è stato eletto alla presidenza della Repubblica del Sud Africa.

Nel 1999 il primo presidente del Sud Africa post-apartheid si è dimesso, si è poi ritirato dalla politica cinque anni dopo. Mandela è stato visto in publico l’ultima volta nel 2010, durante la finale della Coppa del Mondo di calcio a Johannesburg.

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